Lussuosa villa romana riemerge dopo secoli nei fondali di Cerveteri

Nel 2021, gli archeologi hanno scoperto una villa romana sommersa a Campo di Mare, Cerveteri, dotata di tecniche costruttive raffinate e materiali di pregio

Nel 2021, la località di Campo di Mare a Cerveteri è diventata il palcoscenico di una straordinaria scoperta archeologica: una lussuosa villa romana sommersa. Gli esperti, sfidando le difficili condizioni subacquee, hanno rinvenuto una colonna ionica in marmo cipollino e una struttura circolare di circa cinquanta metri di diametro. Questo ritrovamento ha acceso l’immaginazione di archeologi e appassionati, facendo emergere nuovi misteri su un’antica residenza che racconta di tecniche costruttive raffinate e materiali pregiati. Quali segreti nasconde questa villa e chi era il suo facoltoso proprietario?

Gli archeologi ipotizzano che questa struttura sommersa possa essere un padiglione di una villa romana di cui l’estensione e la complessità restano ancora ignote. Le indagini hanno rivelato una doppia cinta muraria in mattoni, realizzata con basoli triangolari, malta e ciottoli. Questi muri, separati da circa tre metri, sono fondati su un banco di argilla che ha preservato le casseforme lignee e numerosi pali infissi.

Tecniche raffinate e materiali pregiati per una struttura di lusso

La Soprintendenza, in un comunicato, ha messo in evidenza le difficili condizioni di lavoro per gli archeologi subacquei. Nonostante ciò, è stato possibile documentare dettagliatamente la struttura che conserva ancora il rivestimento in opus signinum, un materiale noto per la sua resistenza all’umidità, e alcuni pavimenti in opus spicatum (a spina di pesce). Sebbene la datazione precisa della struttura non sia stata ancora stabilita, si ritiene che possa risalire tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., periodo in cui l’opus signinum era ampiamente utilizzato.

Al centro della struttura sono stati trovati frammenti di pavimentazione in opus sectile, un metodo che utilizza il marmo, suggerendo che la villa appartenesse a una persona facoltosa. Gli archeologi credono che questi elementi rappresentino solo una parte di una lussuosa villa romana situata vicino all’antica via Aurelia, ma l’identità del proprietario resta ancora sconosciuta.

Un triclinio acquatico: nuove interpretazioni sulla struttura sommersa

Conosciuta dagli anni ’60, la struttura sommersa era stata inizialmente interpretata come una peschiera. Solo recentemente, grazie ai ritrovamenti della colonna e di un capitello finemente decorato, si è iniziato a ipotizzare che si tratti di una struttura differente, forse un triclinio acquatico destinato a banchetti.

Durante i lavori di restauro subacqueo condotti tra aprile e maggio, sono stati identificati ulteriori dettagli strutturali. La doppia cinta di muri in laterizio, con fondazioni in argilla che hanno preservato le casseforme lignee e i pali di sottofondazione, presenta in alcune aree un rivestimento di cocciopesto e pavimentazioni in opus spicatum in altre. Al centro della struttura, i frammenti di opus sectile confermano ulteriormente la ricchezza della villa.

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Fonte: Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale

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