Stonehenge, l'iconico monumento britannico, continua a intrigare gli studiosi: le recenti scoperte acustiche aprono nuove prospettive sulla sua funzione storica e sull'esperienza sensoriale dei suoi antichi frequentatori
Il sito di Stonehenge, edificato migliaia di anni fa dagli antichi britannici, continua a essere un enigma per gli studiosi. Nonostante i secoli di ricerche, il vero scopo di questo monumento rimane avvolto nel mistero. Gli scienziati si interrogano: era un luogo sacro per cerimonie funebri o un osservatorio astronomico? Forse un tempio per il culto o un sito per sacrifici rituali? La disposizione circolare delle pietre e il loro preciso allineamento con gli eventi solstiziali hanno sempre stimolato curiosità e speculazioni.
Per decifrare i misteri di Stonehenge, sono stati effettuati numerosi studi e scavi, che hanno portato alla luce cimeli e reperti significativi. Recentemente, un gruppo di ricercatori ha addirittura riprodotto il celebre sito attraverso una stampante 3D. Questa innovativa ricostruzione ha permesso di fare scoperte sorprendenti riguardo la struttura e il suo utilizzo.
Il modello 3D di Stonehenge
Nel corso del 2020, il team dell’Università di Salford, guidato dall’ingegnere acustico Trevor Cox, ha utilizzato scansioni laser di Stonehenge per creare un modello in scala ridotta, circa un dodicesimo delle dimensioni reali. Il modello, affettuosamente chiamato “Stonehenge Lego” da Cox, era composto da 30 pietre Larsen, riflettendo l’ipotetica struttura originale del sito.
I ricercatori hanno collocato altoparlanti e microfoni intorno al modello in scala. Subito dopo, hanno diffuso una gamma di suoni, dalle basse alle alte frequenze, per studiarne il comportamento acustico all’interno della struttura. Nonostante le varie lacune presenti nel modello, i suoni rimanevano confinati al suo interno per un periodo relativamente breve. In particolare, il tempo di riverbero, ovvero il lasso di tempo necessario affinché il suono diminuisca di 60 decibel, è risultato essere in media di circa 0,6 secondi per i suoni a media frequenza. Questa scoperta fornisce indicazioni importanti sull’esperienza acustica che si poteva vivere all’interno del monumento originale.
La ricerca ha rivelato che, a causa della disposizione delle pietre, suoni come conversazioni, musiche e rituali, non si propagavano al di fuori del cerchio, isolando acusticamente l’interno. Questa caratteristica poteva avere un impatto significativo sulle attività svolte all’interno del monumento. Allo stato attuale, Stonehenge è costituito da 63 pietre intatte, incluse 17 pietre Sarsen disposte nel cerchio esterno. Questo patrimonio mondiale dell’UNESCO continua a suscitare fascino e ad attrarre studiosi e visitatori da tutto il mondo, mantenendosi come uno dei più enigmatici e storici monumenti del pianeta.
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Fonte: Sciencedirect – Salford University
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