Il Labirinto di Meride, scoperto per la prima volta nel 1888 dall'egittologo Flinders Petrie, potrebbe corrispondere, secondo i ricercatori, a quello descritto dagli autori antichi. Un'immensa e misteriosa costruzione ancora immersa tra le sabbie del deserto
Secondo numerosi autori dell’antichità, da Erodoto a Strabone, da Diodoro a Plinio, in Egitto sorge un misterioso labirinto che cela degli importantissimi segreti riguardanti la storia egiziana e l’intera l’umanità. Si tratta del labirinto di Meride, a sud della piramide di Amenemhet III, un complesso architettonico che include migliaia di stanze, ancora immerso tra le sabbie del deserto.
Stando alle testimonianze degli antichi, il labirinto sarebbe strutturato su due livelli, includerebbe più di 3000 stanze suddivise su due livelli, 12 cortili e un unico muro. Erodoto, che sosteneva di averlo visto con i suoi occhi, afferma che i tetti erano interamente in pietra e le pareti coperte da sculture.
Dichiara inoltre di non aver potuto visitare la parte sotterranea per volontà degli Egiziani, in quanto sede delle tombe dei 12 re costruttori e delle spoglie dei coccodrilli sacri. Strabone cita invece lunghe gallerie sotterranee e tetti realizzati in un’unica pietra. D’altra parte Pitagora descrive il labirinto come un enorme edificio.
In realtà alcune rovine di questa antica costruzione localizzata per la prima volta dall’egittologo Karl R. Lepsius, a nord di Hawara, nel Fayyum, presso il lago di Meride, vennero scoperte già nel 1888 dall’egittologo Flinders Petrie. Tuttavia non vi erano prove sufficienti e abbastanza ritrovamenti per dimostrare che si trattasse effettivamente del famoso labirinto.
Ci riprovarono nel 2008 i ricercatori della Mataha Expedition, scoprendo, tramite l’utilizzo di un radar che penetra nel terreno, la presenza di strutture a griglia ordinate in profondità sotto la sabbia, proprio nell’area indagata da Petrie che, a suo tempo, avrebbe confuso il soffitto del labirinto con il pavimento.
Nel 2008 i dati della scoperta vennero pubblicati sulla rivista scientifica del NRIAG, ma subito dopo il segretario del Consiglio Supremo delle Antichità d’Egitto, Zahi Hawass, fece sospendere qualunque divulgazione. Dopo qualche tempo i ricercatori della Mataha Expedition decisero di condividere comunque le loro incredibili scoperte con il mondo, creando un sito a tema. Ma da allora nulla si è più mosso e il labirinto di Meride rimane tutt’oggi un mistero.
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