Scoperta straordinaria nella Valle del Rodano: gli archeologi rivelano una cantina romana a Laveyron, testimonianza della secolare tradizione vinicola della regione e prezioso tassello nella storia enologica e sulla cultura vinicola degli antichi Romani
La Valle del Rodano, rinomata in tutto il mondo per essere la patria di eccellenze enologiche come Châteauneuf-du-Pape, Cornas e Condrieu, non smette di sorprendere. Oltre alla sua antica tradizione vinicola, recenti scoperte archeologiche hanno rivelato che questa regione conserva ancora segreti secolari.
Nel novembre scorso, l’Institut National de Recherches Archéologiques Preventives (INRAP), operando sotto l’egida del Ministero della Cultura francese, ha annunciato un ritrovamento straordinario. Durante gli scavi iniziati nel maggio 2023 vicino alla città di Laveyron, nel dipartimento della Drôme, è stata scoperta un’antica cantina d’epoca romana. Questo sito, esteso su un’area di 4 acri, era originariamente destinato a diventare un parcheggio per il Gruppo Saica. Gli scavi, previsti per concludersi a gennaio 2024, hanno portato alla luce una testimonianza storica della produzione vinicola dell’epoca.
Le indagini hanno suggerito che la cantina potrebbe risalire al primo secolo d.C., forse costruita su fondamenta ancora più antiche. Pascale Réthoré, responsabile delle operazioni e della ricerca dell’INRAP, ha evidenziato la presenza di fori di palo che potrebbero indicare una palizzata risalente all’Età del Ferro, appartenente alla cultura La Tène (circa 50 o 30 a.C.). Sebbene l’utilizzo specifico del sito in quel periodo rimanga incerto, gli archeologi hanno rinvenuto prove dell’uso di dolia in ceramica, tipici recipienti per la produzione di vino, e frammenti di anfore nelle discariche adiacenti le rovine.
L’eredità Romana
Inoltre, durante il regno di Augusto (27 a.C. – 14 d.C.), i Romani hanno apportato significative modifiche al sito, aggiungendo una struttura a tre stanze con un cortile e sviluppando ulteriormente il complesso con camminamenti e gallerie. Réthoré ha sottolineato l’evoluzione dell’infrastruttura vinicola, inclusa l’introduzione di botti di legno. I Romani ampliarono la cantina, dotandola di presse, cantine e vasche per la raccolta del succo d’uva, con tecniche di vinificazione che potrebbero differire dai gusti moderni. La vicinanza al fiume Rodano contribuì significativamente al successo commerciale della cantina.
Situata nel territorio degli Allobroge, un popolo gallico noto per la produzione del vinum picatum, prediletto dai Romani, la cantina di Laveyron cela ancora molti segreti. Réthoré ha evidenziato la necessità di analizzare i residui nei bacini della cantina per confermare la produzione del vinum picatum e la possibile scoperta di semi d’uva durante gli scavi di gennaio. Gli archeologi ritengono che l’uva utilizzata provenisse dalle regioni settentrionali del Rodano. Questa scoperta, definita eccezionale da Réthoré, sottolinea la riconosciuta qualità del vino e del terreno della regione fin dall’antichità. Tuttavia, il destino delle rovine è incerto, poiché una volta completati gli scavi e le ricerche, potrebbe essere distrutto per lasciare spazio allo sviluppo previsto.
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Fonte: INRAP
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