Un’app per sfamare chi ha bisogno: Karma mette in contatto chi ha bisogno di cibo con i ristoranti che offrono pasti in eccesso, venduti a metà prezzo o anche meno, che altrimenti sarebbero buttati via. L’idea è nata da Elsa Bernadotte, Mattis Larsson, Ludvig Berling e Hjalmar Ståhlberg Nordegren, 4 giovani ex colleghi universitari
Un’app per sfamare chi ha bisogno: Karma mette in contatto chi lo desidera con i ristoranti che offrono pasti in eccesso, venduti a metà prezzo o anche meno, che altrimenti sarebbero buttati via. L’idea è nata da Elsa Bernadotte, Mattis Larsson, Ludvig Berling e Hjalmar Ståhlberg Nordegren, 4 giovani ex colleghi universitari.
Con sedi in Svezia e a Londra, è per ora attiva con esercizi commerciali londinesi e svedesi, come ristoranti, panetterie, hotel e caffè e tre delle più grandi catene di supermercati svedesi: più di 1500 aziende dal lancio avvenuto nel 2016.
Milioni di tonnellate di cibo vengono buttate via ogni anno, circa un terzo da ristoranti e negozianti, e in gran parte perfettamente commestibili. Uno spreco imperdonabile, che anche altre iniziative cercano di combattere, se consideriamo che anche nei Paesi cosiddetti sviluppati la fame non manca.
A questo proposito una recente ricerca ha evidenziato che solo a Londra 700.000 bambini, 1.4 milioni di adulti in età lavorativa e 200.000 pensionati vivono sotto la soglia di povertà, mentre il 50% della ricchezza è in mano al 10% della popolazione.
Karma, che non prevede costi di abbonamento, punta a combattere queste assurdità, consentendo inoltre agli esercizi commerciali delle entrate in più, per cibo che altrimenti sarebbe buttato (le stime indicano fino a 32.000 euro annui in più).
Dal lancio ci sono state diverse difficoltà, ma alla fine il business ha attirato alcuni finanziamenti da parte di investitori, e la “conquista” del mercato di Londra ha dato un grande rilancio all’iniziativa, che oggi è una vera e propria impresa, con 35 persone, e piani di assunzione per altre 20.
“Abbiamo bisogno di incrementare il business per poter avere l’entità dell’impatto a cui miriamo – spiega Nordegren – Essere in grado di trarre profitto dall’aver risolto un problema e creare valore per ristoranti e consumatori rende questa una fantastica opportunità per creare un’attività in cui non è necessario scegliere tra causa o profitto”.
Causa sociale e business: una combinazione vincente che potrebbe veramente contribuire a combattere gli sprechi alimentari a favore di chi ha bisogno. “Stiamo anche progettando avere un team con più di 100 persone l’anno prossimo – rivela entusiasta ancora il CEO – In fondo siamo in missione per risparmiare ancora più cibo!”.
Sperando che il tutto proceda nel migliore dei modi e che iniziative come queste si replichino con successo dove ci sono ingiustizie (quindi, purtroppo, ovunque).
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Roberta De Carolis
Foto: Karma