5G, mozione parlamentare per sospendere le sperimentazioni e petizione

Cinque deputati hanno depositato una mozione parlamentare per impegnare il Governo in una moratoria nazionale sul 5G.

5G, sì o no? Il contestato nuovo standard per la comunicazione mobile di quinta generazione continua a mietere dissensi.

Mentre da un lato è partita la sperimentazione in 120 comuni, dall’altro cinque deputati non ci stanno e depositano una mozione parlamentare per impegnare il Governo in una moratoria nazionale proprio sul 5G e a non modificare al rialzo i limiti delle esposizioni della popolazione all’elettrosmog.

Nel contempo, l’alleanza italiana Stop 5G lancia una petizione nazionale per chiedere di sospendere qualsiasi forma di sperimentazione tecnologica del 5G su tutto il territorio nazionale “in attesa della produzione di sufficienti evidenze scientifiche per giudicarne l’innocuità”, appoggiata dalla dottoressa Fiorella Belpoggi dell’Istituto Ramazzini, autrice di un’analisi sulle problematiche che questa tecnologia porterebbe con sé.

La mozione, presentata da Sara Cunial, prima firmataria, e Silvia Benedetti, Gloria Vizzini, Veronica Giannone e Schullian Manfred, cita molti studi nazionali e internazionali che attestano una mancanza di sicurezza e una possibile esposizione della popolazione a pericoli con questa nuova tecnologia.

Secondo i deputati, sarebbe questa l’unica strada percorribile per mettere la salute dei cittadini al primo posto e per questo motivo hanno proposto anche la costituzione di una commissione di vigilanza permanente per il monitoraggio degli effetti dei campi elettromagnetici, individuando membri della scienza e della medicina indipendente, insieme a un coordinamento tra le associazioni dei malati e alla promozione di uno studio nazionale sugli effetti biologici delle radiofrequenze 4G e 5G.

Come dichiarato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) già nel 2011 i campi elettromagnetici a radiofrequenza sono “possibili cancerogeni” e secondo più recenti studi questi avrebbero possibili effetti riproduttivi, neurologici e metabolici. Anche per questo, si legge nella mozione, è necessario “sospendere qualsiasi forma di sperimentazione del 5G sul territorio nazionale in attesa della produzione di sufficienti evidenze scientifiche per giudicarne l’innocuità“.

E non solo, ecco le altre richieste al Governo presenti nella mozione:

  • mantenere gli attuali valori limite di legge nella soglia d’irradiazione elettromagnetica, puntando sulla minimizzazione del rischio proprio come indicato nei report del Bioinitiative Group, dal Parlamento europeo nella risoluzione del 2009 e l’Assemblea del Consiglio d’Europa con la risoluzione n. 1815 del 2011, e a valutare tutte le opinioni critiche e i giudizi negativi giunti dalla comunità scientifica in merito agli effetti di un eventuale innalzamento dei limiti di legge;
  • adottare iniziative per minimizzare il rischio sanitario promuovendo uno studio epidemiologico sui campi elettromagnetici che sia sviluppato da enti indipendenti non riconducibili alle aziende di telecomunicazione interessate a sviluppare la tecnologia 5G anche a discapito della salute della popolazione;
  • adottare iniziative per integrare i contratti d’asta da stipulare e/o già stipulati con l’industria aggiudicataria delle nuove bande 5G con l’inserimento di una clausola per un contributo economico con finalità risarcitoria per eventuali danni cagionati alla salute della popolazione;
  • promuovere uno studio preliminare nazionale sugli effetti biologici delle radiofrequenze 4G e 5G;
  • adottare iniziative per istituire una commissione di vigilanza permanente per il monitoraggio degli effetti dei campi elettromagnetici, individuando membri della scienza e della medicina indipendente, unitamente ad un coordinamento tra le associazioni dei malati;
  • promuovere la ricerca di tecnologie più sicure, meno pericolose ed alternative al wireless come il cablaggio e il “Li-Fi” – quest’ultimo non utilizzando radiofrequenze ma lo spettro della luce solare – che hanno indubbi vantaggi e possono superare le criticità date dal 5G;
  • farsi promotore, in sede comunitaria, di una revisione complessiva di tutta la normativa europea relativa alla protezione della salute pubblica dalle radiazioni non ionizzanti ispirata alle raccomandazioni della «Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (Icnirp)», e in particolare della raccomandazione 1999/519/CE del Consiglio, del 12 luglio 1999, relativa alla limitazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz.

Qui potete ancora firmare la petizione per chiedere una moratoria.

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Germana Carillo

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