Yama e Niyama, le 10 regole dello Yoga

Quando parliamo di Yoga non ci riferiamo soltanto al momento in cui ci troviamo sul tappetino a praticare le asana. Infatti alla base dei principi dello Yoga, prima ancora della pratica delle asana e della meditazione, troviamo delle regole di condotta, dei principi di comportamento verso noi stessi e verso gli altri.

Quando parliamo di Yoga non ci riferiamo soltanto al momento in cui ci troviamo sul tappetino a praticare le asana. Infatti alla base dei principi dello Yoga, prima ancora della pratica delle asana e della meditazione, troviamo delle indicazioni di condotta, dei principi di comportamento verso noi stessi e verso gli altri.

I principi di condotta dello Yoga sono suddivisi in 10 punti tra Yama (comportamento verso gli altri) e Niyama (comportamento verso se stessi).

Gli 8 passi dello Yoga

Questi principi comportamentali suddivisi in Yama e Niyama sono alla base degli 8 gradini dello Yoga che si suddividono in:

  • Yama (comportamento verso gli altri)
  • Niyama (comportamento verso se stessi)
  • Asana (posizioni)
  • Pranayama (respirazione)
  • Pratyahara (ritiro dei sensi)
  • Dharana (concentrazione)
  • Dhyana (meditazione)
  • Samadhi (estasi, beatitudine)

Leggi anche: YOGA: ECCO COME TRASFORMA CORPO E MENTE DALLA PRIMA LEZIONE IN POI

Yama

I punti di Yama indicano le regole etiche da seguire nel comportamento verso gli altri.

Ahimsa

Ahimsa significa evitare di ferire gli altri con pensieri, parole o azioni. Si può parlare di non-violenza ma la non-violenza non va confusa con la passività o l’impassibilità. Di fronte ad un’ingiustizia bisogna intervenire e bisogna sempre agire in difesa dei più deboli e di chi ha bisogno di aiuto.

Satya

Satya indica l’uso benevolo della parola e delle azioni mentali. Bisogna dire la verità ma quando è dura si deve stare attenti a non dirla troppo bruscamente, si possono trovare altre formule rispettose e che possano essere d’aiuto per chi ci ascolta.

Asteya

Asteya indica la buona condotta del non rubare ma non si riferisce soltanto al mondo fisico, si estende infatti al mondo mentale. Dunque secondo lo Yoga non dobbiamo appropriarci mai nemmeno mentalmente di ciò che non ci appartiene.

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Brahamacarya

Significa riconoscere che tutti noi facciamo parte dell’universo e che esiste un’unica coscienza universale che permea noi stessi e tutto ciò che ci circonda nella realtà in cui viviamo.

Aparigraha

Secondo questo principio dobbiamo soddisfare le nostre necessità materiali ma non dobbiamo indulgere nel lusso e nel superfluo visti come eccessi dato che proprio questi eccessi possono distoglierci dalle mete più elevate della nostra vita.

Niyama

I punti di Niyama regole etiche da seguire nel comportamento verso se stessi e nel rapporto con il mondo interiore.

Shaoca

Shaoca indica la pulizia fisica, mentale e dell’ambiente, il rispetto degli animali, senza dimenticare il dovere di aiutare le persone che hanno bisogno di una mano.

Santosha

Santosha significa mantenere la mente in uno stato di contentezza, accontentandosi di ciò che si ha, ma bisogna comunque impegnarsi per migliorare le condizioni di vita individuali e sociali.

Tapah

Tapah indica lo spirito di sacrificio nel fare del bene agli altri senza pretendere nulla in cambio, senza la vanità delle proprie azioni e pensando che proprio questo tipo di comportamento rende elevata la nostra vita dal punto di vista spirituale.

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Svadhyaya

Svadhyaya significa leggere e capire profondamente le scritture che fanno parte della tradizione dello Yoga e che possano ispirarci a migliorare nella nostra vita di tutti i giorni.

Iishvara Pranidhana

Iishvara Pranidhana indica l’accettazione dell’entità suprema universale e l’abbandono ad essa per raggiungere la meta più elevata della propria esistenza.

Il testo che vi consigliamo per approfondire questo argomento molto interessante è “Biopsicologia Tantrica” di Christian Franceschini.

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