Tai Chi: scienziati scoprono nuovo motivo per praticarlo (soprattutto se soffri di questa malattia)

Secondo una recente ricerca i malati di Parkinson possono trarre enormi benefici e ridurre i sintomi della malattia, praticando il Tai Chi l’antica arte marziale della tradizione cinese

La malattia di Parkinson, caratterizzata da lentezza dei movimenti, tremori a riposo e muscoli rigidi e inflessibili, è la condizione neurologica in più rapida crescita nel mondo.

Non esiste ancora una cura e, sebbene i farmaci possano migliorare i sintomi, non trattano tutte le manifestazioni della malattia.

È stato scoperto che il Tai Chi, un’arte marziale tradizionale cinese che prevede sequenze di movimenti lenti e controllati intesi a coltivare uno dei tre tipi di energia vitale, chiamata qi, ha rallentato la progressione del disturbo di Parkinson in 147 anziani.

Secondo i risultati pubblicati dal BMJ Journal of Neurology Neurosurgery and Psychiatry, anche i pazienti che avevano già il disturbo e che hanno iniziato a praticare il Tai Chi avevano bisogno di dosi più basse dei farmaci necessari.

Anche ricerche precedenti suggeriscono che il Tai Chi allevia i sintomi del Parkinson a breve termine, ma non era noto se tale miglioramento potesse essere sostenuto a lungo termine.

Lo studio

Per scoprirlo, i ricercatori cinesi hanno monitorato due gruppi di pazienti affetti da Parkinson per oltre cinque anni, da gennaio 2016 a giugno 2021.

Un gruppo di 147 pazienti ha praticato Tai Chi due volte a settimana per un’ora; l’altro gruppo di 187 pazienti ha continuato con le cure standard ma non ha praticato il Tai Chi.

La gravità della malattia è stata formalmente valutata in tutti i partecipanti all’inizio del periodo di monitoraggio e la progressione della malattia, compreso l’aumento della necessità di farmaci, è stata poi monitorata una volta all’anno fino al 2021.

Sono stati monitorati anche una serie di altri sintomi, come la qualità del sonno e l’attività del sistema nervoso autonomo.

Dai risultati è emerso che la progressione della malattia è stata più lenta nel gruppo che praticava Tai Chi.

I ricercatori hanno detto che cadute, vertigini e mal di schiena sono stati i tre effetti collaterali riportati dai partecipanti allo studio, ma erano tutti “significativamente inferiori” nel gruppo Tai Chi.

Infine i ricercatori hanno sottolineato che:

L’effetto benefico a lungo termine potrebbe prolungare il tempo senza disabilità, portando a una migliore qualità della vita, un minore carico per il sistema sanitario e un minore utilizzo di farmaci da parte dei pazienti.

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Fonte: BMJ

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