Meditazione: mindfulness meglio dei farmaci per ridurre il dolore cronico, la nuova conferma

Non bisogna essere esperti meditatori per godere dei benefici della pratica anche contro i dolori fisici, come dimostra questo studio americano

Praticare la meditazione nella propria quotidianità, anche per pochi minuti ogni giorno, può portare moltissimi benefici nella nostra vita – come ad esempio migliorare la qualità del nostro sonno, renderci più focalizzati e concentrati sui nostri obiettivi, diminuire i nostri livelli di stress, insegnarci ad ascoltare il nostro corpo.

La mindfulness, ovvero essere nel qui ed ora, ci porta ad allontanarci dalle nostre preoccupazioni e dalle nostre angosce, a distaccarci da queste e a vederle con distacco, senza lasciarci travolgere dalle emozioni che ci rendono impulsivi e ci portano spesso ad agire in maniera non coerente con il nostro vero IO.

Ora un nuovo studio condotto dall’Università della California – San Diego ha dimostrato che la mindfulness può aiutare non solo nella riduzione dei problemi di natura psicologica, anche per alleviare i dolori cronici – e non c’è bisogno di essere meditatori esperti per vedere i primi benefici della pratica nella riduzione del dolore.

La consapevolezza che è possibile raggiungere grazie alla meditazione permette di influenzare l’attività del nostro cervello ma anche la nostra percezione del dolore. Questo perché la pratica della meditazione interrompe la comunicazione fra le parti del cervello responsabili del dolore e quelle che generano la consapevolezza di sé.

Uno degli obiettivi della mindfulness è proprio quello di distaccarsi dalle proprie emozioni e dalle proprie esperienze – anche quelle fisicamente dolorose. Meditare vuol dire allenarsi a sperimentare pensieri e sensazioni senza attaccarsi ad esse, e ciò può avere risvolti molto positivi nella sopportazione dei dolori acuti.

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I ricercatori californiani hanno coinvolto nel loro studio quaranta volontari, sottoposti a risonanza magnetica del cervello mentre sperimentavano una sensazione di calore molto intensa (quasi dolorosa) alle gambe. Dopo l’esposizione all’esperienza dolorosa, ai volontari è stato chiesto di dare un giudizio di valore al dolore sperimentato.

Nella seconda fase dell’esperimento, i volontari sono stati divisi in due gruppi. Ad uno dei due gruppi è stato offerto un piccolo percorso di formazione sulla mindfulness (quattro sessioni da venti minuti ciascuna), in cui si sono trattati i temi della respirazione consapevole e del lasciare andare emozioni e sentimenti senza giudicarli né reagire ad essi.

Dopo il breve periodo di formazione, si è ripetuto il primo esperimento sia con i partecipanti al corso sulla mindfulness che con il gruppo campione. I risultati emersi dalla risonanza magnetica e dai questionari proposti ai volontari sono stati sorprendenti: i partecipanti che hanno praticato la meditazione durante l’esposizione al calore hanno visto una riduzione del 32% dell’intensità del dolore e una riduzione del 33% della spiacevolezza del dolore.

Le immagini della RM hanno dimostrato che la riduzione del dolore era associata a una ridotta sincronizzazione tra il talamo (un’area del cervello che trasmette le informazioni sensoriali in arrivo al resto del cervello) e aree cerebrali coinvolte nei processi di autoconsapevolezza, coscienza e rielaborazione delle esperienze. Meno queste aree erano sincronizzate, maggiore era il sollievo dal dolore riportato dal partecipante.

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Fonte: Pain

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