La vitamina D è importantissima per mantenersi in salute, ma un eccesso di questa sostanza può causare una serie di disturbi da non sottovalutare. Sono in aumento i casi di "intossicazione" causata dal mancato rispetto della dose consigliata
La vitamina D è preziosa per la nostra salute: è essenziale per il nostro apparato scheletrico, poiché serve ad assorbire il calcio, ma anche per il funzionamento del sistema muscolare e per rafforzare le difese immunitarie. Se, però, da un lato una carenza di questa vitamina può portare a una serie di problemi come l’osteoporosi, l’osteomalacia e il rachitismo (in età infantile), dall’altro è importante stare attenti a non abusarne.
Proprio di recente, infatti, un uomo di mezza età è stato ricoverato in ospedale nel Regno Unito dopo aver assunto dosi eccessive di vitamina D, combinata ad altri integratori. La sua vicenda è diventato un caso di studio, che è stato pubblicato sulla rivista medica BMJ Case Reports.
Il caso studiato in Gran Bretagna
L’uomo ha iniziato a manifestare una serie di sintomi, fra cui nausea, dolore addominale, diarrea, crampi alle gambe e acufene a distanza di circa un mese dall’inizio della terapia che stava seguendo su consiglio di un nutrionista privato che lo seguiva. I sintomi sono andati avanti per circa 3 mesi e il signore brittanico è arrivato a perdere anche circa 12 chili, fino a quando il suo medico di base ha spinto per il ricovero in ospedale. Ogni giorno il paziente assumeva:
- 15.000 UI di Vitamina D (il fabbisogno giornaliero è di 400 UI)
- 100 mcg di Vitamina K2 (il fabbisogno giornaliero va dai 100 ai 300 μg)
- 1000 mcg di Vitamina B9 (il fabbisogno giornaliero è di 400 μg)
- 2000 mg di omega-3 per due volte al giorno (il fabbisogno giornaliero è di 200–500 mg)
- 15 mg di selenio, bioattivo, zinco picolinato (il fabbisogno giornaliero è di 11 mg)
Il paziente si era rivolto al nutrizionista per rimettersi in sesto dopo aver sofferto in passato di vari problemi di salute, fra cui tubercolosi bocvina, la rinosinusite cronica, la meningite batterica e un neurinoma dell’acustico (tumore benigno all’orecchio).
A causa dell’overdose di integratori, l’uomo è dovuto restare circa una settimana ricoverato e dagli esami del sangue sono emersi dei livelli di calcio molto alti (l’ipercalcemia è un effetto collaterale comune del sovradosaggio di vitamina D), livelli di magnesio leggermente aumentati e livelli di vitamina D sette volte superiori a quelli di cui l’organismo ha bisogno. Inoltre, gli esami hanno rivelato un malfunizonamento renale.
Per farlo rimettere in sesto i medici lo hanno curato per via endovenosa e gli sono stati somministrati dei bifosfonati, ovvero dei farmaci che aiutano ad abbassare i livelli di calcio nel sangue. Per fortuna l’uomo si è poi ripreso. Tuttavia, a distanza di due mesi dalle dimissioni dall’ospedale, i suoi livelli di vitamina D sono rimasti piuttosto alti. Il caso britannico conferma quanto sia fondamentale non eccedere con gli integratori (come accade sempre più spesso), i cui efffetti collaterali vengono frequentemente sottovalutati.
Attenzione a non abusare con la vitamina D: i rischi
Alla luce di quanto accaduto al paziente inglese, è bene ricordare che superare le dosi consigliate di vitamina D può essere pericoloso. Un eccesso di questo sostanza liposolubile a livello plasmatico provoca, infatti, una forma di intossicazione.
I sintomi iniziali della tossicità della vitamina D sono:
- perdita dell’appetito
- nausea e vomito
- debolezza
- diarrea
- nervosismo
- ipertensione arteriosa
Il calcio in eccesso, dovuto alla vitamina D, può depositarsi in tutto l’organismo, soprattutto nei reni, nei vasi sanguigni, nei polmoni e nel cuore. Così i reni possono subire danni e disfunzioni permanenti che portano all’insufficienza renale. Per evitare brutte sorprese bisogna sempre rivolgersi al proprio medico che consiglierà la dose più adeguata da assumere in base al proprio caso.
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Fonte: BMJ Case Reports
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