Non ha latte né lattosio né ogm né glutine, per questo va bene proprio a tutti il primo gelato realizzato con una base vegetale fermentata di legumi e cereali
“Inclusivo” è la parola che meglio accompagna il gelato ottenuto dalla fermentazione di matrici vegetali, adatto a chi segue un’alimentazione vegana, senza glutine né lattosio e senza ogm, grassi idrogenati, coloranti, conservanti e aromi artificiali. È Iuppi, il gelato artigianale, sano e sostenibile creato dalla start-up pugliese Celery, che è partita da una base vegetale fermentata di legumi e cereali. Ed è buonissimo.
Dopo il lancio al BaLab dell’Università degli Studi di Bari, il brand ora si prepara ad aprire i battenti del primo punto vendita dedicato a Polignano a Mare.
Iuppi è il frutto di due anni di studi e di esperimenti fatti dalla giovane start-up specializzata nello sviluppo di soluzioni alimentari avanzate e innovative. Il team ha infatti brevettato un processo innovativo di fermentazione di matrici vegetali e, doopo la brevettazione di una bevanda salutistica “yogurt-like” a base di legumi e cereali, ha dato vita al gelato funzionale vegetale, gluten- e lactose free con batteri lattici vitali.
Il prodotto fermentato utilizzato come base per il gelato è stato declinato in più formati (liquido, polvere, cremoso) e formulazioni (gelato artigianale e industriale, yogurt-like da cucchiaio e da bere, shake).
Iuppi ha preso forma anche grazie al supporto della maestra gelatiera Taila Semerano di Ostuni.
Tutti i 14 gusti pensati per creare il banco di Iuppi sono dedicati a chi segue un alimentazione ad alto contenuto proteico. Si tratta infatti di un alimento dall’elevato valore biologico simile al latte e alla presenza di tutti gli amminoacidi essenziali. Sono presenti anche fermenti lattici vivi ad elevata digeribilità. Infine, Iuppi è un gelato a basso impatto ambientale rispetto a quelli tradizionali realizzati con proteine di origine animali.
I risultati relativi al set-up del processo biotecnologico e alle caratteristiche del gelato sono stati pubblicati sulla rivista LWT (Elsevier).
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Fonte: Celery
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