I laboratori del CVUA tedesco hanno analizzato 14 stampi in silicone per valutare la possibile migrazione di sostanze nel cibo, in particolare di composti organici volatili. Fortunatamente solo 1 prodotto presentava questo problema, tutti gli altri sono stati ritenuti sicuri
Gli stampi da forno in silicone sono sempre più popolari ed esistono in tante forme, colori e dimensioni per venire incontro alle diverse esigenze dei consumatori.
Il silicone, non c’è dubbio, è un materiale flessibile e resistente al calore, oltre che molto comodo da utilizzare proprio nella realizzazione di stampi moderni e versatili. Ma questi oggetti tanto utili in cucina, una volta sottoposti ad alte temperature, possono rilasciare composti volatili che arrivano poi al cibo?
Per scoprirlo, le autorità tedesche del CVUA di Stoccarda hanno portato in laboratorio 14 stampi da forno in silicone (le marche non sono state rese note) proprio con lo scopo di verificare una eventuale migrazione di sostanze dal contenitore al contenuto.
Come ricorda il CVUA:
Gli oggetti in silicone possono contenere componenti organici volatili, si tratta di oligomeri di silicone. Al fine di ridurre la percentuale di composti volatili, gli oggetti in silicone devono essere cotti al forno al termine della produzione in modo da evitare il successivo trasferimento negli alimenti.
Ovviamente vi sono leggi che regolamentano la possibile migrazione di componenti volatili dagli stampi in silicone. Il CVUA ricorda che il Regolamento (CE) n. 1935/2004 del Parlamento Europeo stabilisce che tutti i prodotti che entrano in contatto con gli alimenti non devono rilasciare alcun componente in quantità tali da poter mettere a rischio la salute dei consumatori o far variare gusto o odore del cibo.
Secondo le raccomandazioni dell’Istituto federale per la valutazione dei rischi tedesco (BfR), gli stampi in silicone non devono emettere più dello 0,5% di componenti organici volatili e proprio su questo parametro si è basata la valutazione del test.
Per individuare l’eventuale rilascio di queste sostanze, i laboratori hanno esaminato i campioni utilizzando un metodo del BfR:
Le sostanze volatili vengono rimosse dai materiali siliconici utilizzando una quantità di campione definita a temperature e tempi di contatto variabili. Il contenuto di composti volatili può essere facilmente calcolato determinando la differenza tra i pesi.
I risultati
Fortunatamente, solo un contenitore tra quelli analizzati ha mostrato una migrazione fuori norma mentre tutti gli altri non presentavano alcun rischio.
Come scrive infatti il CVUA:
Dei 14 campioni esaminati (teglie da forno, praline e stampini per muffin), un campione (7%) era anormale. Tuttavia, la maggior parte dei campioni era ben al di sotto del valore guida BfR dello 0,5%.
Una situazione in miglioramento rispetto al passato. Già nel 2019, infatti, lo stesso CVUA aveva realizzato un’indagine simile su 18 stampi e stuoie da forno in silicone. In quel caso erano stati 2 i campioni che presentavano un rilascio di composti volatili fuori norma.
Nel 2020 su 25 campioni sempre 2 erano risultati contaminati mentre nel 2021 su 30 stampi nessuno rilasciava sostanze oltre i limiti.
Nel 2022 si è tornati ad avere uno stampo fuori norma ma, come scrive il CVUA:
si può osservare che le anomalie sono l’eccezione piuttosto che la regola.
Sembra dunque che – in generale – gli stampi in silicone siano sicuri, con qualche singola eccezione. Come aveva mostrato anche un altro test di cui vi avevamo parlato nel 2019, condotto in Francia. Leggi anche: Teglie in teflon e stampi in silicone: sono sicuri? I marchi promossi e bocciati
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Fonte: CVUA
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