È stata infatti presentata nei giorni scorsi a Johannesburg l'iniziativa per ridurre l'impatto ambientale, iniziativa denominata, con un efficacie richiamo al calcio, Green Goal Action Plan. Promossa e finanziata dal Global Environment Facility (GEF), dal United Nations Environment Programme (UNEP) e dal South African Department of Environmental (DFE), si propone vari obiettivi, che saranno realizzati attraverso tre grandi progetti.
Ormai è tutto pronto: i mondiali di calcio 2010 stanno per cominciare e promettono di essere, come sempre, memorabili. Saranno anche ecosostenibili? Difficile, anzi, quasi impossibile vista la portata dell’evento. Ma le buone intenzioni ci sono tutte, e, unite alla volontà ecologista dei tifosi, potrebbero fare miracoli.
È stata infatti presentata nei giorni scorsi a Johannesburg l’iniziativa per ridurre l’impatto ambientale, iniziativa denominata, con un efficacie richiamo al calcio, Green Goal Action Plan. Promossa e finanziata dal Global Environment Facility (GEF), dal United Nations Environment Programme (UNEP) e dal South African Department of Environmental (DFE), si propone vari obiettivi, che saranno realizzati attraverso tre grandi progetti.
1 Il primo mira alla riduzione delle emissioni di CO2 inevitabilmente prodotte grazie a un programma di efficienza energetica. In pratica, sei delle dodici città sud africane che ospiteranno a breve la Fifa World Cup 2010 (Bloemfontein, Johannesburg, Polokwane, Port Elizabeth, Rustenburg e Tshwane/Pretoria) saranno dotate di lampioni pubblici e semafori alimentati a energia solare. Inoltre, i tabelloni dei rispettivi stadi, due per ciascuno, verranno a breve adattati al fotovolotaico, consumando così solo energia rinnovabile. (Guarda il video di presentazione del progetto).
2 Il secondo progetto si prefigge di informare i visitatori sensibili all’ambiente sulle possibilità di un turismo responsabile. Difficile infatti che i milioni di tifosi in arrivo da tutto il mondo si limitino agli stadi, visto che intorno ci sono alcuni dei più bei paesaggi africani. Ecco quindi che, con un semplice download dal sito greenpassport.co.za, sarà possibile scaricare un opuscolo di 32 pagine con tutte le informazioni del caso (numeri di emergenza, alberghi green, cibo, trasporti, attività all’aperto eccetera) chiamato appunto “passaporto verde”.
3 L’ultimo dei tre progetti, riconducibile al Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (Unep) e finanziato dallo sponsor Puma, sarà di nuovo incentrato sulla riduzione dei gas a effetto serra, grazie alla collaborazione di undici squadre del torneo (Algeria, Cameroon, Costa d’Avorio, Ghana, Uruguay, Svizzera, Cile, Inghilterra, Repubblica di Corea, Serbia e… Italia!). La cosiddetta carbon footprint delle nazionali che hanno aderito – alle quali, spera l’Unep, se ne aggiungeranno altre – includerà i voli internazionali da e per il Sud Africa, i voli interni, gli spostamenti da un campo all’altro, e i soggiorni nei vari hotel, per un totale stimato intorno alle 6.050 tonnellate di gas a effetto serra.
Ma ancora non è finita. Una collaborazione tra il Dipartimento per gli affari ambientali (DEA) del Sudafrica, quello per l’Energia e quello del Turismo, insieme al Central Energy Fund, Eskom e il Comitato Organizzatore Locale, hanno individuato cinque progetti minori per completare il quadro green del mondiale:
- La fornitura di fornelli solari, by Sunfire Solutions;
- Il compostaggio del suolo, by Soil and More Reliance;
- L’ illuminazione a LED, by Lemnis Lighting;
- Energia eolica, by Mainstream
- Domestic fire lighting, un congegno progettato dell’Istituto Nova che permette di accendere un fuoco riducendo al minimo le emissioni.
Che i giochi abbiano quindi inizio: il primo goal (green) lo ha già segnato l’ambiente!