VerdeNero: pagine verdi tinte di noir

Si sa. In estate spesso si approfitta dei lunghi pomeriggi ombrosi per leggere quel libro rimasto mesi sul comodino a prendere polvere. Oppure prima di partire per le vacanze passiamo in libreria muniti delle migliori intenzioni e razzoliamo tutto quello che avremmo voluto leggere durante l'inverno, ma che il tempo tiranno non ci ha permesso di fare.

E allora quest’anno, insieme con uno dei tomi della saga di Stieg Larsson o con l’ultimo di Camilleri vale la pena lasciarsi tentare anche da uno dei titoli che compone la collana VerdeNero, un progetto nato all’interno della piccola casa editrice che nel corso degli ultimi due anni ha fatto incontrare i migliori scrittori di narrativa italiana con i peggiori crimini contro l’ambiente che il nostro paese conosca.

Il formato-cartolina, le pagine in carta riciclata e la presenza di un logo a forma di gatto col muso aggrucciato sono gli indizi con i quali riconoscere i libri che fanno parte della collana. Come il titolo preannuncia, il Verde rimanda al tema dell’Ambiente quale arena narrativa delle storie, mentre il Nero sta lì a sottolineare invece la chiave di lettura noir con cui vengono raccontate. Ogni storia nasce dall’incontro tra una delle vicende racchiuse all’interno del Rapporto Ecomafie di Legambiente e un grande scrittore italiano.

Carlo Lucarelli, Wu Ming, Massimo Carlotto, Giancarlo De Cataldo, Sandrone Dazieri, Gianluca Favetto, Simona Vinci sono alcuni tra coloro che si sono prestati a questo esperimento narrativo – nobile ma anche (e perché no?) di successo – nato per riuscire a divulgare il tema delle Ecomafie attraverso un linguaggio coinvolgente ed emotivo come quello del genere noir.

Privati dei numeri, dei termini burocratici e dei riferimenti agli atti giudiziari, i crimini sono storie, costituite da fatti e personaggi che la realtà produce. E allora suspence, mistero, inseguimenti e indagini si intrecciano a vicende dal sapore tremendamente attuale come il traffico dei rifiuti, l’inquinamento industriale, l’abusivismo edilizio, l’inquinamento delle cave …

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È così che, per esempio, nasce “Fuoco” di Giancarlo De Cataldo in cui la storia d’amore tra Lù e Cecilia si intreccia con il problema degli incendi estivi commissionati dalla malavita al fine di appropriarsi di nuovi terreni edificabili. Oppure “Navi a perdere” in cui Carlo Lucarelli racconta la vicenda di Natale De Grazia, vero comandante della Procura di Reggio Calabria che venne ucciso mentre stava indagando sul caso Jolly Rosso, una nave carica di rifiuti tossici ritrovata nel dicembre 1990. Nel video qui sotto l’autore parla del suo libro:

VerdeNero non è però soltanto narrativa. Come la redazione ci tiene a sottolineare è un’ “iniziativa che possiede un’esplicita valenza di impegno sociale e culturale“. Il progetto dunque non si esaurisce nella forma libro, ma si arricchisce di strumenti multimediali come il blog attraverso il quale conoscere le iniziative, gli appuntamenti e portare alla luce del sole le problematiche dell’Ecomafia spesso rintracciabili solo in trafiletti dentro le pagine di cronaca dei giornali.

Non solo. VerdeNero da maggio si è arricchita anche di un secondo filone narrativo. Si chiama VerdeNero Inchieste e si rivolge a chi invece i fatti li vuole approfondire con tanto di ricostruzioni, prove e atti giudiziari. Le prime tre uscite sono già in libreria: “La città delle nuvole” di Carlo Vulpio, “Carte false” di Roberto Scardova e L’Italia chiamò di Leonardo Brogioni, Angelo Miotto e Matteo Scanni. Storie che parlano rispettivamente dell’Ilva di Taranto, della morte di Ilaria Alpi e dell’uso dell’uranio impoverito, affidate ad altrettante note penne del giornalismo italiano.

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