Tai Chi: gli anziani che lo praticano hanno ossa più forti e riducono le cadute pericolose

Le persone anziane che praticano Tai Chi hanno meno probabilità in meno di subire una caduta rovinosa.

I più anziani che praticano il Tai Chi hanno meno probabilità di subire cadute pericolose. Chi in età avanzata si dedica a questa antica arte marziale cinese, fatta di movimenti lenti e fluidi, previene capitomboli che altrimenti potrebbero essere rovinosi ed evita così fratture.

Il merito sta tutto nei benefici che sopraggiungono per la massa ossea e muscolare. A dirlo in uno studio sono i ricercatori dell’Oregon Health & Science University School of Nursing, secondo cui le persone anziane che praticano Tai Chi hanno il 50% di probabilità in meno di subire una caduta rispetto a quelli che si limitano a eseguire esercizi di stretching.

Il Tai Chi, o taijiquan, è allo stesso tempo una tecnica legata al movimento fisico, volta a mantenere il corpo in movimento e praticare l’equilibrio, e un’autentica filosofia di vita che affonda le sue radici in antichissime teorie come quella del Bagua, dell’Yi Jing, ovvero dell’eterna alleanza degli opposti e, più in generale, del Taoismo.
Consistente soprattutto in una serie di movimenti lenti e circolari che mimano una tecnica di autodifesa, il Tai Chi aveva già dimostrato di essere un potente toccasana per la salute degli anziani dopo i 60 anni.

Ora, le analisi recenti confermano che il Tai Chi, raccomandato per gli adulti più anziani perché è un esercizio a basso impatto che grava poco o per niente sulle articolazioni o sui muscoli, può aiutare a ridurre le cadute.

I ricercatori hanno reclutato 670 abitanti dell’Oregon con un’età media di quasi 78 anni e caduti una volta negli ultimi 12 mesi. Ognuno di essi è stato assegnato a uno di tre gruppi di esercizi: Tai Chi, esercizi di stretching o esercizio multimodali (che incorporano equilibrio, aerobica e flessibilità).

Dopo sei mesi, il gruppo che ha seguito il Tai Chi ha dimostrato di avere il 58% in meno di probabilità di avere una caduta pericolosa rispetto al gruppo di stretching e il 31% in meno di probabilità rispetto al gruppo di esercizi multimodali. In totale, 733 cadute sono state registrate tra i partecipanti, di cui 85 nel gruppo del Tai Chi rispetto alle 112 nel gruppo di esercizi multimodali e alle 127 nel gruppo di stretching.

Non cadere è un comportamento fisiologico piuttosto complesso”, spiega Peter Harmer, professore di scienze motorie e della salute presso la Willamette University di Salem, nell’Oregon, sottolineando che si combina la forza muscolare con il feedback dei muscoli e delle articolazioni, la vista e persino l’udito per riacquistare l’equilibrio. “Il Tai Chi sfida direttamente l’integrazione di tutte queste cose”.

Anche se il Tai Chi funziona meglio, le persone che seguono un programma di esercizi tradizionali ottengono comunque un beneficio per il proprio corpo, ha osservato Nathan LeBrasseur, un ricercatore di medicina fisica e riabilitazione presso la Mayo Clinic di Rochester, nel Minnesota.

Ciò vuol dire che, se proprio non ci si riesce a dedicare alle arti marziali, non va scartata l’idea di fare attività fisica anche per i più anziani. Di fronte all’aumento fisiologico della fragilità, solo un costante movimento fisico che non abbia eccessi può essere raccomandato come prima forma di prevenzione.

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Germana Carillo

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