Alex Roca Campillo ha concluso la maratona di Barcellona, diventando il primo atleta al mondo con una disabilità al 76% a raggiungere questo traguardo
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Alex Roca Campillo ha compiuto qualcosa di straordinario: la scorsa domenica, infatti, l’atleta spagnolo ha scritto un’incredibile pagina di sport e di vita. Ha tagliato il traguardo della maratona di Barcellona. Ciò che ha reso storica la sua impresa è il fatto che il trentunenne è disabile al 76%.
È affetto dall’infanzia da paralisi celebrale a seguito di una encefalite virale erpetica che lo ha colpito nella mobilità e nella postura. Tutto questo però non gli ha impedito di realizzare il suo sogno. Un risultato mai visto prima che lo ha fatto diventare il primo atleta al mondo con una disabilità così alta a concludere una maratona ufficiale.
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Tanti lo hanno accompagnato negli ultimi metri
Roca Campillo ha concluso i 42,192 chilometri della maratona dopo 5 ore 40 minuti e 51 secondi. Una corsa infinita, una vera e propria prova di resistenza, di coraggio e di carattere che l’atleta ha portato a termine accompagnato dal grido “Vittoria! Vittoria! Vittoria!” dei tanti che lo hanno accompagnato e supportato negli ultimi metri.
L’uomo è riuscito a raggiungere questo traguardo tanto agognato grazie alla costante assistenza di un team di specialisti che lo ha seguito lungo tutto il percorso. Al suo fianco c’erano anche uno psicologo e un nutrizionista che gli ha permesso di seguire una dieta speciale per finire la maratona.
Giunto sulla linea del finish Alex, che non può parlare se non attraverso la lingua dei segni, sembrava la persona più felice della Terra, nonostante la grande stanchezza. Emanava gioia da tutti i pori e si è buttato a terra con le braccia al cielo in segno di esultanza per quello che di memorabile aveva appena fatto.
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Il suo destino sembrava segnato
Anche prima di questo momento, la sua vita può sembrare un miracolo. Una battaglia personale contro il destino che sembrava avergli chiuso la porta in faccia. La lesione cerebrale che lo ha afflitto colpisce la mobilità e la postura, limitandone i movimenti e le attività.
Inoltre può essere accompagnata da disabilità intellettiva o sensoriale di maggiore o minore gravità. Nel suo caso la malattia ha colpito l’intero lato sinistro del corpo, togliendogli la funzione del linguaggio. I medici avevano preparato i genitori allo scenario peggiore: Alex sarebbe morto presto o al massimo sarebbe rimasto in uno stato vegetativo per sempre.
Ma la forza di spirito di Alex, unito ad un farmaco all’epoca sperimentale, sono riusciti a fermare l’evoluzione dell’encefalite. Ha poi affrontato diversi interventi chirurgici ai tendini per permettergli di camminare.
Aveva inizialmente anche il braccio sinistro completamente attaccato al corpo, ma anni di fisioterapia gli hanno permesso di migliorare molto la mobilità. Per poter comunicare con il mondo, Alex ha imparato la lingua dei segni.
Prima aveva affrontato due mezze maratone e il Titan Desert
L’incontro con lo sport gli ha cambiato nuovamente la vita. Alex non è nuovo a imprese del genere, ma mai si era spinto così tanto oltre. Aveva già affrontato due mezze maratone ed era diventato il 201° atleta disabile al 76% a finire il Titan Desert, una durissima gara a tappe che si svolge in Marocco.
E ora è arrivata anche la maratona di Barcellona, a dimostrare a se stesso e a tutto il mondo che nulla è impossibile se lo si vuole davvero.
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