Stadi ecologici: il mondo del calcio si ritrova al “verde”

Nell'ambiente del calcio, dove sempre più tifoserie si colorano politicamente di rosso e nero, non può far altro che piacere sapere l'esistenza di squadre che decidano di adottare il "verde" come colore dei propri stadi. Sono infatti diverse le società, in Europa, che hanno adottato misure ecologiche per i propri impianti.

Ultima in ordine di tempo è il Livorno, che ha recentemente visto farsi approvare dal CONI il progetto di far diventare il proprio impianto il primo stadio italiano ad energia alternativa. Lo stadio Armando Picchi, infatti, potrà soddisfare quasi la metà del suo fabbisogno attraverso un impianto fotovoltaico posto sulla copertura della tribuna, capace di sviluppare una potenza di 18,9 chilowatt. L’installazione di questa struttura consentirà una riduzione delle emissioni in atmosfera di circa 12 tonnellate annue di CO2 equivalente (il parametro di riferimento dei sei gas responsabili dell’effetto serra).

In passato il nostro continente già aveva avuto la fortuna di assistere a realtà come quella della società toscana. Durante l’ultima rassegna iridata disputata in Germania, ad esempio, erano diverse le strutture ecologiche. Il Fritz Walter Stadion di Kaieserslautern possiede un impianto fotovoltaico (5000 pannelli) per la produzione di energia elettrica di 1 MW di potenza picco. A Norimberga, invece, il Franken-Stadion ha installato sui lati di entrambe le tribune ben 758 pannelli fotovoltaici per un totale di 1000 m2 di superficie occupata. Nella capitale, Berlino, l’Olympiastadion può vantare un sistema di irrigazione del campo di avanguardia assoluta che usa esclusivamente l’acqua piovana.

Tornando in Italia e spostandoci a Torino, sponda Juventus, il nuovo impianto di prossima costruzione ha sposato un progetto altrettanto importante dal punto di vista ambientale in quanto non sprecherà neanche una briciola del vecchio Delle Alpi. La dirigenza bianconera ha infatti deciso di far sorgere il nuovo stadio sulle stesse fondamenta di quello precedente, usufruendone totalmente di tutto il materiale. Il calcestruzzo sarà, infatti, triturato, trasformato in ghiaia e riutilizzato per la nuova struttura, con un risparmio complessivo di 500.000 euro (20 euro al m³).

Insomma come si può facilmente vedere anche una realtà, come quella del calcio, dove solitamente la speculazione e gli interessi economici non guardavano in faccia a nessuno sta incominciando prepotentemente a sensibilizzarsi ai temi legati alla salvaguardia della terra.

È anche vero, però, che lo stadio più ecologico rimane sempre quello che non si costruisce e se questo tipo di politiche ambientali si fossero adottate diversi anni fa ora non avremmo dovuto assistere a questi nuovi progetti (e quindi a questi ennesimi sprechi).

Ma al tempo stesso è doveroso ricordare che con i “se” e con i “ma” non si è mai fatta la storia, quindi, accontentiamoci e speriamo che l’arrivo dell’ecologia nel mondo del pallone lo possa rendere finalmente tutto più pulito.

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