Quali sono gli sport più a rischio coronavirus? La pallavolo in cima alla lista nel dossier del Coni

Una volta finito il lockdown, bisognerà capire disciplina per disciplina quali sono i rischi da mettere in conto e le precauzioni da prendere.

Ci sarà ancora lo sport nella fase 2? Sono ancora molte le lacune, ma una cosa è certa: una volta finito il lockdown, bisognerà capire disciplina per disciplina quali sono i rischi da mettere in conto e le precauzioni da prendere. Per la pallavolo e gli sport di squadra in generale, per esempio, si prevedono tempi di ripresa decisamente più lunghi.

Nell’ultimo Dpcm il Premier Conte è stato chiaro: dal 4 maggio, per consentire una graduale ripresa delle attività sportive, saranno consentite soltanto le sessioni di allenamento a porte chiuse degli atleti di sport individuali. Poi?

A tentare di rispondere è il rapporto “Lo sport riparte in sicurezza” che il Coni e il Comitato Paralimpico hanno sviluppato insieme con il Politecnico di Torino, per individuare le specifiche e i rischi di contagio classificati da 0 a 4: i meno sicuri sono gli sport di combattimento, gli sport di squadra e alcune discipline individuali come il salto in lungo.

La pallavolo tra gli sport più a rischio

Il documento analizza le 387 discipline sportive facenti capo al Coni, valutando per ciascuna vari fattori di rischio, dalla possibilità del contatto tra gli atleti all’eventuale utilizzo di dispositivi di protezione.

Ogni singolo sport è racchiuso in griglie per definire in una scala da 0 a 4 i fattori di rischio: 0 inesistente, 1 scarso, 2 medio, 3 alto, 4 elevato.

A essere prese in considerazione in primis le autovalutazioni compilate dai singoli sport per esaminare i pericoli di ogni disciplina in relazione all’analisi del luogo di allenamento, del sito della gara, e, in a emergenza superata, dell’incidenza del pubblico negli eventi.

Gli sport di squadra finiscono tutti nella fascia 2-4 (da rischio medio a elevato): volley (anche Beach Volley), basket, rugby, pugilato e squash, rientrano nel livello di rischio più elevato. Tra i fattori che penalizzano la pallavolo, oltre alla possibilità di contatto (ad esempio in fase di muro) anche la vicinanza tra atleti e pubblico, l’ambiente chiuso in cui si disputano le gare, la dimensione e il numero degli spogliatoi.

@Il Messagero

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La replica del mondo del volley

Non si è fatta attendere la reazione di Julio Velasco, storico allenatore pluripremiato e direttore tecnico dei settori giovanili della FIPAV:

“Considerare la Pallavolo come lo sport a maggiore fattore di rischio da contagio per Covid-19, anche rispetto a sport di contatto o di combattimento, vuol dire che chi ha effettuato lo studio non ha mai visto una mischia di rugby, una partita di calcio, una di basket, un incontro di boxe. Anzi, mi chiedo se mai abbia assistito ad un’edizione delle Olimpiadi”, ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport.

Gli fa eco da Twitter il campione nazionale Ivan Zaytsev, conosciuto come Lo Zar, capitano di Modena e della Nazionale italiana, che parla a nome di tanti atleti di tutti i livelli e appossionati, rimasti stupefatti dal verdetto che vede svettare il volley, sport in cui non c’è contatto fisico, nella classifica degli sport più a rischio:

Sport di squadra

Tutti gli sport di squadra hanno una classe di rischio medio-alta, compresa tra 2 e 4. Per il calcio e la pallavolo il fattore di rischio è a 3 a causa del numero di atleti in azione, per il contatto tra gli stessi atleti e per la vicinanza negli spogliatoi. Nel basket il fattore di rischio sale a 4 per l’ambiente chiuso, per il tipo di allenamenti e di gare.

pallavolo

©CONI

calcio report

©CONI

Sempre negli sport di squadra, inoltre, gli allenamenti per provare gli schemi dovranno essere sostituiti dall’attività teorica e, in caso di partita, devono essere effettuati i tamponi 48 ore prima dell’evento, con l’utilizzo di mascherine per chi siede in panchina.

Sport individuali

Nelle specifiche degli sport individuali il nuoto e l’atletica, intesa come corsa, hanno un fattore di rischio pari a 0 in allenamento. Indice che però sale a 3 in caso di gara, a causa del possibile contatto di atleti. Si considera a rischio elevato, pari 4, la specialità del salto in lungo che prevede balzi nella sabbia, superficie di fatto non sanificata e disperdibile. Nel tennis sono raccomandati gli occhialini protettivi per evitare il contatto occhi-mani, sia nei match singoli sia nei doppi, e l’uso di palline personalizzate.

nuoto report

©CONI

Per le discipline che prevedono l’uso di una attrezzatura, come il tiro con l’arco al salto in alto fino alla scherma, è necessario disinfettare ogni singolo strumento prima e dopo l’allenamento. Altra casistica nel canottaggio e nella vela per gli  equipaggi multipli, ci deve essere una riduzione del numero degli atleti.

scherma report

©CONI

Altri sport, infine, quelli che hanno un basso rischio di contagio (sempre nel rispetto delle distanze individuali) sono il golf, il ciclismo, l’equitazione e la ginnastica artistica (al contrario della ginnastica ritmica che presuppone una coreografia di gruppo).

Il rapporto si conclude con una raccomandazione rivolta ad ogni sportivo:

Gli atleti in quanto personaggi pubblici, ispiratori di valori e forti di dedizione e resilienza, possono contribuire a trasmettere questi comportamenti socialmente rispettosi nel principio di OGNUNO PROTEGGE TUTTI”.

QUI trovate il report completo.

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