Il rafting è uno sport che consiste nella discesa di fiumi e torrenti a bordo di un gommone. Non è pericoloso, ma bisogna seguire regole ben precise per evitare i rischi
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Sta scuotendo l’Italia intera il drammatico incidente occorso a Denise Galatà, diciannovenne dispersa dopo essere finita nel fiume Lao, in provincia di Cosenza, mentre faceva rafting con i compagni durante una gita scolastica.
Il corpo della giovane, purtroppo, è stato rinvenuto senza vita dai sommozzatori dei vigili del fuoco, ad alcuni metri di profondità. Proprio per questa disgrazia, si fa un gran parlare di rafting, cos’è, quali sono i rischi e quali sono dunque le regole per praticarlo in sicurezza. Non si tratta infatti di uno sport pericoloso, ma bisogna seguire i dovuti accorgimenti.
Il rafting: cos’è
Iniziamo dal precisare cos’è il rafting. Si tratta di un’attività sportiva che consiste nella discesa di fiumi e torrenti a bordo di un gommone. I membri dell’equipaggio sono muniti di pagaia e devono superare gli ostacoli naturali come rapide o sassi che il corso d’acqua presenta.
Solitamente si scende a gruppi da minimo 4 persone a massimo 18 a seconda del gommone, ma esistono anche varianti singole o di coppia. Nato negli Stati Uniti, è arrivato in Italia nei primi anni ’80 ed ha ben presto preso piede appassionando molti amanti degli sport acquatici e parecchio fisici.
Chi può fare rafting?
Il rafting è uno sport solo per gli adulti? In realtà no, perché può essere praticato a tutte le età, dai bambini fino ai pensionati, a patto che siano in una buona forma fisica e che sappiano nuotare. È importante anche essere sciolti ed agili perché bisogna sedersi in una particolare posizione e pagaiare a lungo.
Ovviamente i livelli di difficoltà del rafting variano in base all’esperienza e dipendono dall’intensità del fiume e dalle caratteristiche del corso d’acqua. Molto incide anche la lunghezza del percorso. Per questo motivo esistono discese di rafting ideate appositamente per bambini e famiglie, più tranquille e più brevi.
I percorsi di rafting semplici sono gettonatissimi per le gite scolastiche, gli addii al celibato e al nubilato ed anche i team building aziendali, purché i partecipanti siano accompagnati da istruttori esperti che li guidino attraverso il percorso.
Dove fare rafting in Italia
Ma quali sono i posti migliori per fare rafting in Italia? Inizialmente questo sport si è diffuso in Valsesia, la valle alpina in provincia di Vercelli (Piemonte) attraversata dal fiume Sesia che scende dal monte Rosa e arriva fino al Po. Qui troviamo ampie anse dove rifiatare, alternate a discese e piccole rapide.
Più semplice è invece il rafting sul fiume Ticino, poco distante. Il corso d’acqua che divide Piemonte e Lombardia è l’ideale per i principianti, con un rafting più lento ma non meno emozionante. Altri posti molto gettonati per fare rafting sono la Val di Sole, in Trentino, (specialmente il fiume Noce, adatto per tutti) e il fiume Lao, in Calabria, di moderata difficoltà.
Dove fare rafting in Italia però dipende dal periodo dell’anno in cui ci si trova. È fondamentale per praticarlo in sicurezza che ci sia il giusto livello di acqua nel fiume. Se è al minimo per un periodo di forte siccità o viceversa è in piena a causa di abbondanti piogge o nevicate, è sconsigliabile fare una discesa.
Per fare degli esempi di come il clima influenzi questo sport, il rafting sulla Dora Baltea, in Valle D’Aosta è particolarmente praticato in estate quando il ghiacciaio si scioglie e il livello idrico si innalza a sufficienza per scendere in sicurezza.
Al contrario, il torrente Lima in Toscana non ha una portata sempre costante: tutto dipende dalle piogge. Il rafting sul fiume Nera, invece, è un’eccezione alla regola. Dato che vive del flusso controllato delle cascate delle Marmore, è possibile fare rafting tutto l’anno.
Rafting: come evitare i pericoli
Abbiamo dunque parlato di come si debba stare molto attenti alla portata del fiume. Altro fattore per evitare i pericoli quando si fa rafting è essere ben informati sulle condizioni meteo. Niente paura se piove, cosa che può rendere tutto ancora più divertente, ma è bene non scendere in presenza di acquazzoni forti e temporali che potrebbero cambiare il livello dell’acqua e mettere in pericolo chi è a bordo del gommone.
Cose da sapere prima di fare rafting
Ci sono due caratteristiche che accomunano qualsiasi discesa: ci si bagna (e quindi si può prendere freddo) e c’è il rischio che si possa cadere dall’imbarcazione. Entrambi i fattori fanno parte del gioco. Vedremo tra poco come difendersi dal freddo e dall’essere bagnati, ma c’è una cosa da non sottovalutare: l’acqua alta.
È essenziale in tal senso non avere paura di ritrovarsi dove non si “tocca”. Se non ci si sente confidenti con l’acqua, si teme l’acqua alta e non si sa nuotare è meglio evitare. Indossare un giubbotto di aiuto al galleggiamento è sempre obbligatorio, ma farsi prendere dal panico può complicare notevolmente la situazione.
Cosa serve per fare rafting
Oltre al già accennato giubbottino salvagente, per fare rafting è obbligatorio indossare il caschetto omologato. Solitamente, poi, vengono forniti dalle società che gestiscono il rafting anche la muta completa da sub di spessore variabile a seconda della temperatura dell’acqua e le scarpette in neoprene per non avere freddo ai piedi.
I gommoni devono essere omologati e la loro grandezza dipende dalla portata dei fiumi. Ad accompagnare chi vuole praticare questo sport sono gli istruttori che devono fare un esame abilitativo e seguire corsi di aggiornamento e di primo soccorso. Sono persone esperte, che sanno come comportarsi nei fiumi.
Il rafting è pericoloso?
Veniamo infine al succo del discorso: il rafting è pericoloso? Come ribadito più volte, la risposta in generale è no, ma a patto che si siano seguite tutte le indicazioni di cui sopra. Non può essere praticato da soli se si è inesperti e nemmeno si deve essere affiancati da guide che non conoscono bene le rapide.
Ricordiamo che il rischio zero non esiste in alcun sport, ma soprattutto in quelli più avventurosi è tassativo prendere le dovute precauzioni e proteggersi da eventuali pericoli che la natura, in questo specifico caso, può nascondere.
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Fonti: Checkyeti, Si Viaggia
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