Dal 18 maggio potrebbero riaprire palestre, piscine e centri sportivi. Ecco quali sono le ferree regole rispettare per prevenire i contagi da coronavirus.
Con l’avvio della Fase 2 in Italia è avvenuta una graduale riapertura di diverse attività commerciali e la ripresa degli allenamenti sportivi all’aperto, rispettando il distanziamento sociale di almeno un metro. Tuttavia, le strutture sportive – che sono state tra le prime a subire il duro colpo delle misure restrittive – rimangono ancora chiuse per contenere il rischio contagio da coronavirus. Ma la loro riapertura è da considerarsi alle porte.
Si tratta di un settore, quello del mondo dei centri sportivi, che in Italia conta oltre 100.000 realtà, tra associazioni e società sportive, che inevitabilmente è stato messo in ginocchio, con tutti gli impianti ormai chiusi dal 23 febbraio. Ora le modalità di fare sport stanno per cambiare radicalmente, con logiche e dinamiche nuove rispetto al passato, fino a che non sarà debellato il Covid-19.
Secondo quanto dichiarato dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, palestre e centri sportivi potrebbero riaprire i battenti a partire dal 18 maggio.
“Stiamo lavorando molto sulle linee guida per la riapertura di palestre, piscine, centri danza e tutti i centri sportivi di ogni livello”, ha spiegato Spadafora qualche giorno fa.
Intanto il 3 maggio sono state pubblicate le linee guida, elaborate su proposta del CONI e del CIP, che riguardano gli allenamenti degli atleti (professionisti e non), che possono essere svolti in modalità individuale. Ma leggendo questa serie di regole è possibile immaginare quale scenario si prospetta anche per le palestre.
Gli ingressi ai centri sportivi saranno scaglionati per evitare assembramenti e bisognerà rispettare il distanziamento sociale di almeno un metro, oltre a ferree norme igieniche, che vanno dalla sanificazione delle attrezzature e degli ambienti alla presenza di dispenser con gel igienizzanti per le mani.
All’ingresso delle strutture dovrebbero essere installati anche dei termoscanner. Per le piscine e le sale fitness saranno previsti dei distanziatori e l’installazione di purificatori d’aria.
Inoltre, molto probabilmente verrà attivato un preciso sistema di raccolta di rifiuti che possono veicolare i contagi (come fazzoletti, guanti e mascherine).
Resta ancora da chiarire come funzioneranno gli allenamenti con guanti e mascherine, visto che per chi pratica sport potrebbe incontrare non poche difficoltà di tipo respiratorio.
Negli ultimi tempi la questione relativa alle palestre ha sollevato diverse polemiche non soltanto tra i gestori dei centri sportivi, che in diversi casi hanno accusato lo Stato di averli abbandonati, ma anche tra coloro che avevano già pagato abbonamenti mensili o annuali.
Per fare chiarezza su questo punto è intervenuto Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, rassicurando:
“Il consumatore ha diritto al rimborso della quota parte di abbonamento del quale non può usufruire (o del singolo titolo di ingresso)”.
Anche il Codacons si è mobilitato, pubblicando sul proprio sito internet un modulo attraverso il quale i clienti possono richiedere ai gestori di palestre, piscine e altri centri sportivi la restituzione parziale degli abbonamenti.
Non sottovalutiamo che le attuali restrizioni stanno generando nuove patologie, conseguenza del “confinamento forzato” di bambini e adulti, impossibilitati perfino a svolgere un minimo di attività motoria.
Ora più che mai è importante curare, con l’esercizio fisico, il corpo e la mente. Ma dovremo farlo in sicurezza, seguendo nuove regole.
Fonte: Governo/ Corriere della Sera
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