È morta Nagham Abu Samrah, la campionessa di karate rimasta ferita a Gaza: l’ennesima vittima di questo conflitto che non guarda in faccia a nessuno

Dopo un mese di agonia in ospedale, Nagham Abu Samrah si è arresa alle ferite troppo gravi subìte durante un attacco a Gaza.

Non ce l’ha fatta Nagham Abu Samrah. La notizia della morte della campionessa di karate palestinese di 24 anni è giunta dall’ospedale dei Martiri di Al-Aqsa, nel centro della Striscia di Gaza. La giovane atleta era stata ricoverata a seguito di un attacco missilistico avvenuto il 17 dicembre, nel quale aveva perso una gamba.

Nagham Abu Samrah rappresentava una figura di ispirazione per molte donne, specialmente considerando che il fatto che il karate è ancora poco praticato al livello femminile in Palestina nonché il suo impegno nell’insegnare questo sport con l’apertura di una palestra.

La sua scomparsa è stata confermata dal padre della ragazza che ha parlato ancora una volta del sogno di Nagham di ispirare generazioni di ragazze a praticare il karate. Un sogno, come quello di tante troppe vittime innocenti, che si è purtroppo infranto in questa guerra che ha già superato il centesimo giorno di conflitto.

Nell’attacco era rimasta uccisa anche la sorella

La morte di Nagham Abu Samrah, come detto, arriva un mese dopo l’attacco che l’aveva gravemente ferita e che già aveva causato anche la perdita della vita a sua sorella. Dopo l’amputazione della gamba, Nagham avrebbe dovuto essere trasferita in Egitto per ricevere cure specialistiche, ma non ha ottenuto il permesso di attraversare il confine.

Nagham Abu Samrah, iscritta al ranking WKF, la principale federazione internazionale di karate, aveva ottenuto il titolo di campionessa nazionale nel 2019-20 in Palestina. Nel 2018 aveva rappresentato il suo paese ai Campionati asiatici, gareggiando nella categoria -61 kg kumite, indossando il caratteristico hijab nero.

La sua vita è stata dedicata a sfidare gli stereotipi sin da bambina, quando ha chiesto al padre di iniziare le lezioni di karate, sviluppando una passione duratura per lo sport. Dopo aver completato la laurea e il master in educazione fisica, aveva aperto una palestra in cui insegnava karate alle ragazze, contribuendo a rompere barriere di genere nella pratica sportiva in Palestina.

La sua morte rappresenta una perdita non solo per la comunità sportiva, ma per tutte le donne che vedevano in Nagham una fonte di ispirazione e determinazione. Un’ennesima vittima innocente di tutto questo odio che sta scuotendo la striscia di Gaza. La sua vicenda era diventata virale sui social, dove in molti stanno esprimendo il loro cordoglio.

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