Razzismo nel calcio: questo Paese sarà il primo a penalizzare le squadre responsabili togliendo punti in campionato

La Federazione Calcistica del Brasile ha deciso di punire le tifoserie che si renderanno protagoniste di episodi di razzismo con un punto di penalizzazione in campionato. È il primo Paese ad adottare una politica simile.

Il problema del razzismo è ancora purtroppo fortemente attuale e radicato, soprattutto in certi ambiti. Uno su tutti è il mondo del calcio, dove troppo spesso ad ogni partita si sentono cori da parte dei tifosi volti a discriminare tifosi dell’altra squadra solamente per il colore della pelle. Negli ultimi anni qualcosa è stato fatto, ma nessuno di questi interventi ha avuto grandi effetti.

Ad esempio ora un arbitro può interrompere la partita e mandare tutti negli spogliatoi in una sorta di “intervallo” qualora si renda conto di cori razzisti, striscioni ed insulti che ledono pesantemente uno o più giocatori in campo. Tuttavia sembra che con l’arrivo del 2023 qualcosa possa cambiare.

Il Brasile, infatti, ha fatto sapere di non tollerare più gli episodi razzisti. E per far passare il messaggio ai tifosi – e non solo – ha preso una decisione drastica che andrà ad impattare fortemente sull’andamento del campionato. La Federazione Calcistica del Brasile (CBF) ha spiegato che dal 22 febbraio, nella partita di Coppa, insulti, striscioni e cori razzisti non saranno più permessi.

Qualora ciò avvenga nuovamente, sarà prevista una punizione alle squadre delle tifoserie interessate. Niente Daspo poco rispettati o sanzioni pecuniarie che vanno ben poco ad impattare sull’economia di club milionari. Piuttosto, si è pensato ad una decurtazione di punti per le squadre ritenute responsabili di atteggiamenti irrispettosi e razzisti da parte dei propri tifosi.

La penalizzazione sarà di un punto

Il Brasile ha affermato orgogliosamente di essere il primo Paese al mondo ad adottare nel proprio regolamento generale delle competizioni la possibilità di penalizzazione di un club qualora vi fossero comportamenti razzisti. Il presidente della Federazione Calcistica brasiliana Ednaldo Rodrigues ha commentato così il pugno duro contro questi episodi:

Abbiamo deciso di andare oltre le classiche punizioni, togliendo punti ai club responsabili di tali comportamenti nelle nostre competizioni. Oltre alle sanzioni sportive, bisogna fare in modo che qualsiasi atto di razzismo o di discriminazione non muoia solo nell’ambito sportivo, ma che i trasgressori siano anche puniti dalla legge.

In più ha aggiunto come la CBF voglia fare la sua parte nella lotta al razzismo. Per il momento si parla di una penalizzazione di un punto. Una punizione che, seppur simbolica, qualora venga ripetuta potrebbe andare ad inficiare sull’andamento del campionato, specie nelle parti alte della classifica tra le squadre che si giocano lo scudetto e nelle parti basse tra chi rischia la retrocessione.

La speranza è che altri Paesi seguano l’esempio brasiliano

Nel comunicato diramato dalla Federazione, si legge come venga considerata:

estremamente grave l’infrazione di natura discriminatoria praticata da dirigenti, rappresentanti e professionisti di club, atleti, allenatori, membri della Commissione Tecnica, tifosi e squadre arbitrali nelle competizioni coordinate dalla CBF.

Al momento è presto dire se questa decisione sarà una vera svolta in questo mondo stretto tra ultras e scontri di tifoserie, tra razzismo e discriminazione, tra tabù e violenza, ma auspichiamo che l’esempio brasiliano venga seguito presto da una lunga serie di Nazioni, tra cui la nostra dove questo fenomeno è estremamente presente. Nella speranza che, un giorno, il calcio possa diventare uno sport migliore.

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