Una Fondazione spagnola ha creato una campagna per tentare di sensibilizzare i genitori a comportarsi bene mentre i loro figli giocano in campo
Siamo ormai entrati a pieno titolo nel nuovo anno scolastico, che porta inevitabilmente con sé anche tutta la serie di attività e, soprattutto, di sport extrascolastici dei nostri figli. Una serie infinita di corse rocambolesche che il più delle volte, al netto della fatica che ci costa, si traducono in attività che possono avvantaggiare i piccoli davvero tanto. Ma, attenzione, possono anche diventare il loro peggior incubo a causa di noi genitori, cosa che accade soprattutto nel calcio.
Quante volte vi sarà capitato, infatti, che al calcetto di vostro figlio ci sia a bordo campo quel tale papà (ma spesso anche le mamme, eh) che urla, insulta l’allenatore, litiga con altri genitori? Spiacevoli scene di violenza verbale o fisica che non è raro vedere sugli spalti nei giochi giocati dai bambini in piena infanzia e che generano disagio, vergogna e persino indignazione tra i bambini e gli altri genitori, ben lontane dallo scopo principale dello sport.
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Per questo motivo, qualche anno fa, la Fondazione catalana Brafa, che cerca di promuovere i valori educativi dello sport tra i giovani, ha creato un video – dal titolo Papá, no vengas – in cui i bambini calciatori chiedono ai loro genitori di non andare a vederli se non si comportano come dovrebbero.
Lo sport è un gioco e noi lo stiamo rubando ai bambini, si legge nel video.
Se pensi che io debba sempre essere il migliore, non venire. Se il risultato è la cosa più importante per te, non venire. Se hai intenzione di urlare all’arbitro ogni volta che pensi che abbia torto, non venire. Se non riesci a sopportarmi in panchina, non venire. E se hai intenzione di arrabbiarti ogni volta che fallisco, non venire. Se vieni, vieni e divertiti, per fare il tifo. E per riposare. Voglio solo giocare felice. E ti vedo felice, dice la voce fuori campo di un bambino mentre si vede un padre comportarsi come un autentico teppista.
Il video è diventato virale su YouTube e Twitter e molti centri sportivi ed educativi lo stanno diffondendo per aiutare a sensibilizzare.
A Buenos Aires, per esempio, la Buenos Aires Rugby Union ha rilanciato quest’anno la stessa campagna per promuovere azioni positive e sensibilizzare sull’importanza del rispetto nel campo del rugby, soprattutto durante i primi anni di allenamento dei più giovani.
Lo spot mostra un gruppo di bambini che giocano una partita di rugby, in cui genitori e compagni dei giocatori mostrano atteggiamenti intolleranti. La voce fuori campo esprime lo stesso concetto: “Non venire”, perché la felicità del bambino è campo è l’unica cosa che conta.
Il rispetto è uno dei pilastri fondamentali di qualsiasi genere di sport e insegnarlo ai ragazzi sin da piccolissimi è l’unico modo che abbiamo per fare di quello sport un vero maestro di vita.
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