“A inizio anno stavano per amputarmi di nuovo”: le due medaglie vinte da Bebe Vio hanno dell’incredibile dopo le confessioni dell’atleta

Ieri è arriva la seconda medaglia per Bebe Vio che stanca, ma felice confessa tutte le difficoltà vissute per colpa di un nuovo batterio a pochi mesi da Tokyo 2020

Ieri è arriva la seconda medaglia per Bebe Vio che stanca, ma felice confessa tutte le difficoltà vissute per colpa di un nuovo batterio a pochi mesi da Tokyo 2020 

Se qualche settimana fa mi avessero detto “A Tokyo vincerai due medaglie” mi sarei messa a ridere. Due medaglie… Per quanto ero messa male consideravo già un miracolo arrivarci a Tokyo.

Parole di Bebe Vio, che dopo un anno di alti e bassi, un infortunio al gomito seguito da mesi e mesi di riabilitazione e una gravissima infezione da stafilococco aureo, non solo si è completamente ripresa, ma a Tokyo ha conquistato ben due medaglie. 

Prima l’oro nel fioretto individuale, poi l’argento nel fioretto a squadre, conquistato da Bebe insieme alle compagne Ionela Andreea Mogos e Loredana Trigilia. 

– Ero messa proprio male – ha confessato l’atleta riportando alla memoria i mesi trascorsi in ospedale e quella terribile diagnosi. Un altro maledetto batterio che avrebbe potuto costarle l’amputazione del braccio sinistro e addirittura condurla entro breve alla morte.

Per fortuna è andata diversamente, Bebe ha superato l’infezione e dopo lunghe sofferenze, grazie all’aiuto dei medici e di tutte le persone che le sono rimaste accanto, si è rialzata dal letto di ospedale, pronta per affrontare una nuova grande sfida. Le Paralimpiadi di Tokyo. Mancava pochissimo all’inizio dei Giochi, ma era stata nominata portabandiera azzurra, doveva e voleva arrivarci a tutti i costi. E ce l’ha fatta.

Ha ringraziato tutti Bebe, inclusi gli amici e la sua famiglia, custodi di questo segreto tenuto nascosto per mesi, preziosi alleati nei momenti di gioia e di difficoltà, senza i quali, ha dichiarato, non ce l’avrebbe mai fatta. 

Mi hanno salvata le persone… Ed è a loro che devo queste vittorie. I medici e i loro staff, che mi hanno ridato la speranza. Mauro, il mio fisioterapista che mi ha rimessa a posto ogni volta. Peppone, il preparatore che ha permesso al mio corpo di rinforzarsi e prepararsi alle sfide. I maestri della Nazionale con tutto lo staff, che mi hanno supportata e sopportata in queste ultime settimane. Le mie compagne di squadra, che non hanno mai abbassato lo sguardo.

Un sogno, quello delle Paralimpiadi, che fino a poco tempo fa le sembrava impossibile e che ora, grazie alla sua forza e alla sua determinazione, è diventato realtà superando le aspettative. Due medaglie non sono cosa da poco! 

– Ora sono felice. Stanca, ma soddisfatta e felicissima…..quanto n’è valsa la pena! –

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