Somiglia al basket ma ha una marcia in più. Un'attività sportiva che esiste solo da 20 anni ma che ha già conquistato l’Italia con 103 squadre dilettantistiche e oltre 15 mila praticanti. Cos'ha di speciale? I giocatori sono normodotati e disabili, uniti dalla passione sportiva e dalla stessa maglia. Benvenuti nello mondo del baskin
Somiglia al basket ma ha una marcia in più. Un’attività sportiva che esiste solo da 20 anni ma che ha già conquistato l’Italia con 103 squadre dilettantistiche e oltre 15 mila praticanti. Cos’ha di speciale? I giocatori sono normodotati e disabili, uniti dalla passione sportiva e dalla stessa maglia. Benvenuti nello mondo del baskin.
In realtà non dovremmo neanche stupirci davanti alla bellezza di una simile iniziativa ma spesso lo sport agonistico ci ha abituati ad altre situazioni, dove di certo inclusione non è il valore numero uno.
Nato quasi per caso a Cremona, in un contesto scolastico, grazie alla collaborazione tra genitori e insegnanti di educazione fisica e di sostegno, il baskin si è diffuso anche grazie al lavoro di rete, sostenuto al di là della scuola da associazioni del territorio, fino ad allargarsi a tutto il territorio nazionale.
I giocatori non devono avere requisiti fisici particolari se non quelli di saper giocare a pallacanestro. Poco importa se in carrozzina o sulle proprie gambe.
“Questo nuovo sport è stato pensato per permettere a giovani normodotati e giovani disabili di giocare nella stessa squadra (composta sia da ragazzi che da ragazze!). In effetti, il baskin permette la partecipazione attiva di giocatori con qualsiasi tipo di disabilità (fisica e/o mentale) che consenta il tiro in un canestro. Si mette così in discussione la rigida struttura degli sport ufficiali e questa proposta, effettuata nella scuola, diventa un laboratorio di società” si legge sul sito ufficiale.
Le regole
Il regolamento è formato da 10 regole, che rendono il gioco ancora più dinamico e imprevedibile. Le regole sono state pensate anche per valorizzare il contributo di ogni ragazzo/a all’interno della squadra, tenendo presente che il successo comune dipende da tutti.
“Quest’adattamento, che personalizza la responsabilità di ogni giocatore durante la partita, permette di superare positivamente la tendenza spontanea ad un atteggiamento ‘assistenziale’ a volte presente nelle proposte di attività fisiche per persone disabili”.
Sono previsti più canestri, 2 normali e 2 laterali più bassi, la sostituzione della palla con una di dimensione e peso diversi, uno spazio con zone protette previste per garantire il tiro nei canestri laterali.
Ci sono 4 tempi da 6 minuti ciascuno. Ogni squadra può avere fino a 14 giocatori dei quali 6 obbligatoriamente in campo. Ad ogni giocatore viene attribuito un ruolo che va da 1 a 5 in base a una serie di caratteristiche, tra cui l’uso delle mani, il cammino, la corsa, l’equilibrio.
Uno sport che fa bene a tutti
Non solo una disciplina sportiva. Il baskin è una vera e propria palestra di vita, dove anche i ragazzi normodotati possono imparare tanto, confrontandosi con coetanei con gradi di abilità differenti.
“Essi devono così sviluppare nuove capacità di comunicazione mettendo in gioco la propria creatività e instaurando relazioni affettive anche molto intense. Inoltre la condivisione degli obiettivi sportivi coi ragazzi disabili permette loro di apprezzare le ricchezze e le capacità che la diversità porta con sé” si legge sul sito.
Per i ragazzi disabili, è ancora più importante. Dopo 6 anni di attività, come spiegano gli ideatori, è aumentata la fiducia nelle proprie capacità ma sono cresciute anche le abilità psicomotorie e quelle di socializzazione.
Uno sport che unisce davvero.
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