Alle Olimpiadi di Parigi gli atleti giapponesi indosseranno abiti che assorbono la luce infrarossa per evitare fotografie non consensuali con telecamere termiche
La squadra olimpica giapponese si sta preparando a combattere una tendenza preoccupante alle prossime Olimpiadi estive del 2024 a Parigi: la fotografia non consensuale con telecamere termiche. Per evitare tutto ciò, gli atleti giapponesi indosseranno abiti appositamente progettati con un nuovo tessuto che assorbe la luce infrarossa, rendendoli impercettibili alle telecamere a infrarossi.
Questo tessuto innovativo, simile alla tecnologia utilizzata negli aerei stealth, mira a proteggere le atlete dall’oggettivazione sessuale attraverso fotografie termiche surrettizie. Il problema della fotografia non consensuale, in particolare con le telecamere termiche, ha afflitto le precedenti Olimpiadi.
Durante le Olimpiadi di Tokyo del 2021, gli atleti sono rimasti scioccati nello scoprire che sui social media circolavano immagini termiche con didascalie sessualmente esplicite. Questo ha spinto Mizuno, in collaborazione con atleti e aziende sportive, a sviluppare un tessuto che non solo blocca le telecamere a infrarossi, ma assicura anche che gli atleti rimangano a proprio agio nel soffocante caldo estivo della Francia.
Le fotografie non consensuali sono un problema di lunga data
Il nuovo tessuto incorpora uno strato che assorbe la luce infrarossa, rendendolo quasi invisibile alle telecamere termiche senza aggiungere inutili strati di contenimento del calore. Gli atleti che hanno testato gli indumenti, come Mei Kodama, partecipante ai Giochi di Tokyo 2021, hanno riferito che sono sorprendentemente comodi, superando le loro aspettative.
Il Giappone, nonostante la sua reputazione di sicurezza, deve affrontare un problema pervasivo di sessualizzazione e invasione della privacy, in particolare nei confronti delle donne. I casi di fotografia non consensuale, compreso l’uso della tecnologia a infrarossi, sono un problema di lunga data. In risposta, il Giappone richiede che le macchine fotografiche emettano un suono di scatto per scoraggiare la fotografia occulta negli spazi pubblici, compresi i trasporti pubblici.
Sebbene l’introduzione del tessuto che blocca gli infrarossi rappresenti un passo avanti nella protezione della privacy degli atleti, è chiaro che sono necessarie misure sociali e legali più ampie per affrontare il problema in modo completo. Atlete come Aiko Sugihara hanno preso iniziative personali, disegnando indumenti che offrono una maggiore copertura per combattere le immagini provocanti condivise senza consenso sui social media.
La spinta verso uniformi più inclusive e meno sessualizzate tra le atlete sottolinea l’urgenza di affrontare questo problema all’interno della governance sportiva. Le recenti controversie, come la multa inflitta alla squadra femminile norvegese di beach handball per aver indossato i pantaloncini al posto dei bikini, evidenziano le sfide in corso per la realizzazione di politiche sensibili al genere.
Fonte: Mizuno
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