Dall'incidente in cui persa una gamba alle Paralimpiadi di Tokyo: Ambra Sabatini ci insegna che i limiti sono solo nella nostra mente
Viaggiava in scooter con papà, aveva appena 17 anni, stava raggiungendo gli allenamenti di atletica. Sembrava un giorno come un altro, il 5 giugno 2019, per la giovane promessa dello sport, Ambra Sabatini, se non fosse stato per quel terribile incidente che le cambiò la vita.
Un’auto proveniente dal senso opposto di marcia si schiantò contro di loro, durante un sorpasso. Fu così che Ambra perse la gamba sinistra, che le venne amputata fin sopra al ginocchio.
Rivedo in rapida sequenza il pronto intervento di una squadra dei vigili del fuoco che, trovandosi per caso subito dietro di noi, mi presta il primo fondamentale soccorso bloccando con una cintura l’arteria femorale recisa. Poi il 118, l’elisoccorso, il volo a Firenze-Careggi, il lungo #intervento, la terapia intensiva, le notti insonni, la morfina, la febbre alta, tonnellate di antibiotici, e poi un altro intervento chirurgico per una infezione persistente. In quei momenti terribili, ebbi la percezione che la mia vita sarebbe cambiata per sempre.
Una simile tragedia avrebbe potuto condurla alla disperazione, ma il suo coraggio le permise di affrontare quel momento con tutt’altro spirito. Durante la degenza in ospedale, Ambra non pensava altro che ai suoi allenamenti, convinta che presto li avrebbe ripresi, più forte che prima.
1/2 QUANDO TESTA E PALLE FANNO PIÙ DI MILLE GAMBE!
Lei è Ambra Sabatini.
Un anno e mezzo fa un incidente in scooter le ha cambiato la vita.
Dopo pochi mesi è tornata su una pista d'atletica, con una protesi in più ma con in testa lo stesso obiettivo di prima: correre e vincere. pic.twitter.com/YAVtp4se7m— Beatrice Vio (@VioBebe) February 12, 2021
Rifiutò il supporto psicologico che la struttura ospedaliera voleva offrirle ma anziché lasciarsi risucchiare dallo sconforto, ridefinì i propri obiettivi. Iniziò a dedicarsi al nuoto e al ciclismo, senza mai perdere la speranza di tornare a gareggiare. Elaborò da sola quanto le era accaduto, incoraggiata dal desiderio di continuare a credere nei propri sogni. Una nuova vita stava per avere inizio.
Ho cominciato allora a progettare la mia “#nuova #vita” ridisegnandone gli obiettivi, anzi ampliandoli sia in ambito professionale che sportivo. Ho iniziato ad occuparmi di protesi, a conoscere le storie di personaggi che vivono il mondo delle Paralimpiadi confrontando le loro prestazioni con le mie possibilità. Ero ancora in ospedale, ma stavo ritrovando la serenità di chi ha compreso finalmente quale direzione prendere di fronte al #bivio che la vita le ha proposto.
Si divertiva facendo acrobazie sul letto d’ospedale, sulla carrozzina e con le stampelle. Una spregiudicatezza, come lei stessa l’ha definita, che le permise di riprendersi e di guadagnarsi la stima di medici e infermieri. Ma soprattutto di ricominciare una nuova vita all’insegna del sorriso. Perché – spesso i limiti che ci poniamo sono costruiti dalla nostra mente. –
Grazie alla sua forza e al suo coraggio, Ambra è diventata un esempio di resilienza per tanti ragazzi nelle sue stesse condizioni, ma anche per i coetanei normodotati. Grazie alla sua determinazione non solo si è ripresa ma ha anche ricominciato a gareggiare, guadagnandosi il record del mondo nei 100 metri di categoria T63 a Dubai, durante il World Para Athletics Grand Prix 2021.
A distanza di nemmeno 2 anni dall’amputazione, Ambra è a Tokyo insieme agli atleti della Toscana ed è una delle favorite nella propria disciplina, lo sprint paralimpico. Il suo sogno è diventato realtà.
Seguici su Telegram| Instagram |Facebook |TikTok |Youtube
FONTI: Fispes/Comitato Italiano Paralimpico
Leggi anche: