Si chiama “Fosbury Flop” e proprio da lui prende il nome la tecnica, ormai universalmente usata nel salto in alto, con cui un atleta scavalca l’asticella rovesciando il corpo all'indietro e cadendo sulla schiena
Cambiò le regole del salto in alto quando, invece si scavallare l’asticella in stile ventrale, lo fece rovesciando la posizione della schiena battezzando il salto “dorsale” o, meglio, “Fosbury Flop”. Se ne va, all’età di 76 anni, proprio lui, Dick Fosbury, il pioniere della nuova tecnica poi universalmente impiegata in atletica.
Fosbury, dopo aver vinto i campionati universitari e i trials di qualificazione per i Giochi olimpici, conquistò la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968 e stabilendo il nuovo record olimpico con la misura di 2,24 metri. Il saltatore si ritirò già l’anno successivo, non partecipando alle Olimpiadi che si tennero nel 1972 a Monaco di Baviera. Nel 1981 fu inserito nella National Track&Field Hall of Fame.
Nel Fosbury Flop l’atleta esegue il salto con la schiena rivolta verso l’asticella. Provata già da altri atleti prima di lui, divenne diffusa solo dopo i grandi successi dell’atleta americano, tanto che oggi è l’unica utilizzata a livello agonistico. Prima di Fosbury il salto in alto si eseguiva con lo scavalcamento ventrale.
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