Sono un nutrizionista e ti spiego cos’è la chitina contenuta negli insetti e se è davvero pericolosa

Gli insetti contengono chitina, una sostanza a cui dovrebbero stare particolarmente attente le persone allergiche ai crostacei. Ci ha spiegato meglio di cosa si tratta il nutrizionista Flavio Pettirossi

In questi giorni si parla spesso dell’introduzione degli insetti per uso alimentare anche in Europa e di conseguenza in Italia. Già è stato annunciato il lancio sul mercato dei primi spaghetti a base di farina di grillo così come di pane. Leggi anche: Dopo la pasta arriva anche il pane a base di farina di grilli, lo produrrà questo panificio tra i primi in Italia

Ma al di là della repulsione che la maggioranza delle persone ha verso gli insetti in tavola, questi rappresentano anche un rischio per la salute (come qualcuno sostiene)?

Girano ad esempio dei post su Facebook e altri social relativi alla presenza negli insetti di chitina, sostanza considerata pericolosa in quanto il nostro intestino – a differenza di quello degli uccelli – non sarebbe in grado di elaborarla e inoltre questa sarebbe appetibile per la crescita di funghi, parassiti e cancro.

Ma quanto c’è di vero?

Cos’è la chitina? È davvero pericolosa?

Abbiamo chiesto cos’è la chitina (e se può essere davvero pericolosa) al nutrizionista Flavio Pettirossi. Ecco cosa ci ha detto:

La chitina è un polisaccaride, ovvero un carboidrato complesso, che costituisce l’esoscheletro dei crostacei e nematodi ed è presente anche nei funghi. Questo complesso polisaccaridico, svolge una funzione di difesa negli organismi in cui è presente. Va da sè che essendo presente in alimenti che normalmente mangiamo, già se ne fa uso anche se in piccole quantità.

E relativamente alla sua presenza negli insetti?

Ciò di cui si parla molto ultimamente è la diffusione in molti alimenti di uso comune della farina di insetti, contenente alte concentrazioni di chitina. Dal punto di vista prettamente biologico, gli insetti destinati all’alimentazione umana contengono circa il 70% di proteine ad alto valore biologico, inoltre sono ricchi di vitamine e sali minerali. Un problema però potrebbe essere rappresentato (come nel caso di moltissimi altri alimenti) dalle reazioni allergiche che si possono scatenare.

Dello stesso parere è il professor Agostino Macrì, biologo già direttore del Dipartimento di Sanità Alimentare dell’Istituto Superiore di Sanità e consulente per la sicurezza alimentare dell’Unione Nazionale Consumatori, che in merito agli insetti per uso alimentare ha dichiarato:

L’unico problema potrebbe essere rappresentato dalla chitina, proteina contenuta nel carapace dei grilli che, nelle persone allergiche, può dare manifestazioni che vanno dal semplice eritema cutaneo allo shock anafilattico, come vale per molti altri prodotti (arachidi o crostacei ad esempio). Un uso prolungato e frequente, anche per chi non è allergico, potrebbe portare a una sensibilizzazione verso il prodotto. Ad ogni modo, i produttori industriali devono sempre segnalare cosa è contenuto negli alimenti, anche la farina di grillo.

Ciò significa che, a differenza delle notizie che circolano su certi siti, non troveremo “nascosta” la farina di grillo in alimenti insospettabili ma che, se presente, dovrà essere sempre indicata correttamente in etichetta.

Ma c’è un altro punto interessante su cui soffermarsi, ovvero quello in cui il biologo sottolinea che consumare regolarmente alimenti contenenti chitina potrebbe portare a diventare sensibili a questa sostanza. I cibi che la contengono, dunque, andrebbero consumati sporadicamente.

Chi dovrebbe evitare cibi a base di insetti?

Il dottor Pettirossi ci ha detto:

Ad esempio una persona allergica ai crostacei non dovrebbe consumare alimenti contenenti farina di insetti in quanto sia i crostacei che gli insetti sono ricchi di chitina che è appunto l’allergene che scatena la reazione (ovviamente le reazioni allergiche sono di diversa natura e possono essere molto blande come un semplice eritema o rush cutaneo o ben più gravi come lo shock anafilattico). Sulla base di queste premesse e posto che al momento non ci sono evidenze scientifiche sul rischio dato dall’uso di questo tipo di alimenti, l’unica cosa che posso dire come professionista è che sono alimenti che si potrebbero tranquillamente inserire qualora l’assistito non avesse problemi nella loro assunzione.

Questo non vuol dire assolutamente che dobbiamo per forza mangiare pane o altri ingredienti realizzati con farina di insetti! Come sempre in quanto consumatori abbiamo la possibilità di scegliere cosa portare in tavola e cosa no, ma allo stesso tempo non dobbiamo cadere nelle fake news che circolano su internet.

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