Molte bottiglie di vino presentano in etichetta la dicitura "presenza di solfiti": ma cosa vuol dire? Si tratta di sostanze tossiche?
Spesso, sulle etichette delle bottiglie di vino, si legge la dicitura “Solfiti aggiunti”: cosa vuol dire esattamente? Si tratta di additivi pericolosi per la nostra salute o che possono alterare la qualità del prodotto? Cerchiamo di fare chiarezza.
Cosa sono i solfiti
I solfiti sono sostanze chimiche che si formano naturalmente durante il processo di vinificazione a causa della fermentazione. Essi, tuttavia, vengono anche aggiunti artificialmente allo scopo di conservare il vino e di evitare la proliferazione di funghi e muffe.
Come avviene per tutti gli additivi, la loro presenza deve essere segnalata in etichetta con il nome chimico o il codice identificativo, nello specifico:
- Anidride solforosa (E220)
- Solfito di sodio (E221)
- Bisolfito di sodio (E222)
- Metabisolfito di sodio (E223)
- Metabisolfito di potassio (E224)
- Solfito di potassio (E225)
- Solfito di calcio (E226)
- Bisolfito di calcio (E227)
- Potassio solfito acido (E228).
La loro presenza nel vino imbottigliato è, ovviamente, regolamentata dalla legge. Il Regolamento UE numero 1169/2011 dell’ottobre 2011 obbliga i produttori a indicare in etichetta l’eventuale presenza di solfiti, qualora questi si trovassero in una concentrazione superiore a 10 mg/litro.
L’aggiunta di anidride solforosa e di altri solfiti durante il processo di vinificazione è fondamentale per impedire che i lieviti inneschino fermentazioni spontanee e fuori controllo.
Inoltre, in particolare per quanto riguarda la produzione dei vini bianchi, i solfiti svolgono un’importante azione antiossidante per bloccare la produzione dell’aldeide acetica: questo evita che il vino si trasformi in aceto.
Leggi anche: Solfiti: cosa sono, dove si nascondono e perché è meglio evitarli
I solfiti sono dannosi?
Abbiamo capito il motivo per cui i solfiti vengono aggiunti ai vini che portiamo a tavola, ma il dubbio resta: sono o no pericolosi per la nostra salute?
Lo stesso Regolamento UE citato prima classifica i solfiti come sostanze che possono provocare allergie o intolleranze nelle persone sensibili.
Inoltre, alcuni studi hanno dimostrato che anche gli individui che soffrono di asma potrebbero subire gli effetti negativi dei solfiti – fra cui difficoltà respiratorie e fiato corto.
Chi non soffre di intolleranza ai solfiti né di problemi alle vie aeree, può bere vino senza subire nessuna conseguenza. Ma attenzione: come specifica EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) in un comunicato, sono necessari maggiori dati sui solfiti per “confermarne appieno” la sicurezza.
I dati scientifici sui solfiti e su ciò che accade loro all’interno dell’organismo sono limitati. Inoltre, l’attuale dose giornaliera ammissibile (DGA) di 0,7 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo è spesso superata, in particolare dai forti consumatori.
In attesa che l’evidenza scientifica possa fornire ulteriori informazioni in merito alla possibile pericolosità di queste sostanze, meglio bere con moderazione e preferire vini che non presentano l’aggiunta di solfiti in fase di vinificazione.
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