Smoothie: perché quando prepari un frullato dovresti evitare di mettere insieme questi frutti

La combinazione di due tipologie di frutti inibisce l'assorbimento di preziosi composti bioattivi, vanificandone i benefici per l'organismo

Gli smoothies, consumati come fresca colazione o pratico spuntino di metà giornata, sono un ottimo modo per incrementare il nostro consumo giornaliero di frutta e verdura e piacciono davvero a tutti – anche ai più piccoli.

Colorati e ricchi di gusto, possiamo prepararli utilizzando i prodotti che più ci piacciono. Ma qual è la giusta combinazione di ingredienti per ottenere i massimi benefici per la salute dagli smoothies?

Un team di ricercatori americani si è occupato di dare una risposta a questo interrogativo, sfatando un mito: la banana non andrebbe mai messa fra gli ingredienti.

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Lo studio

I ricercatori dell’Università della California – Davis hanno analizzato dal punto di vista nutrizionale ed enzimatico gli smoothies realizzati con diverse combinazioni di frutta e verdura, alla ricerca di quello più ricco di flavanoli.

I flavanoli (detti anche flavan-3-oli o catechine) sono un sottogruppo dei flavonoidi, composti bioattivi presenti in alcuni organismi vegetali che apportano numerosi benefici alla nostra salute, come dimostrato anche da studi scientifici a riguardo:

  • grazie alle loro proprietà antiossidanti, proteggono le cellule dell’organismo dall’invecchiamento e dai danni provocati dai radicali liberi, prevenendo lo sviluppo e la diffusione di tumori;
  • inoltre, apportano benefici al nostro sistema cardiocircolatorio poiché rendono più elastiche le pareti dei vasi sanguigni e svolgono una funzione regolatrice della pressione;
  • infine, favoriscono il metabolismo e, in particolare, l’assorbimento di grassi e zuccheri, svolgendo un ruolo anche nel mantenimento del peso.

Questi composti così benefici per il nostro organismo si trovano in molti ingredienti vegetali comunemente utilizzati preparare smoothies e frullati – come mele, pere, mirtilli, more, uva e cacao.

I ricercatori americani hanno scoperto, però, che diverse combinazioni di ingredienti nei frullati di frutta possono favorire o inibire l’assorbimento dei flavanoli da parte del nostro organismo: ciò sarebbe dovuto alla presenza, più o meno importante all’interno della preparazione, di un particolare enzima chiamato polifenolossidasi.

Avete presente il fenomeno di ossidazione che si osserva quando si lascia una mela tagliata per qualche minuto a contatto con l’aria? Questo accade perché la mela contiene polifenolossidasi, un enzima che cambia colore se esposto all’aria.

La presenza nel nostro smoothie di frutti contenenti polifenolossidasi, secondo quanto emerso da questo studio, inibisce l’assorbimento da parte del nostro organismo dei preziosi favanoli.

Sono stati messi a confronto gli effetti di un frullato a base di banana (ricca di polifenolossidasi) e quelli di un frullato a base di mirtilli (frutti poveri di polifenolossidasi) e i risultati sono stati sorprendenti.

I partecipanti allo studio che hanno bevuto il frullato di banana avevano livelli di flavanoli nel corpo inferiori dell’84% rispetto a chi ha consumato un frullato a base di mirtilli.

Questo vuol dire che dobbiamo demonizzare la presenza della banana nei nostri smoothies? Assolutamente no, poiché anche questo frutto ha molti benefici per il nostro organismo.

Il consiglio degli esperti è di non abbinarlo a frutti ricchi di flavanoli (frutti di bosco, uva, mele…) per non vanificare le proprietà benefiche di questi ultimi.

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Fonte: Food & Function

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