Sei sicuro che il caffè decaffeinato sia migliore di quello normale? La risposta ti stupirà

Preferito da chi non vuole assumere troppa caffeina, siamo davvero certi che il decaffeinato sia la soluzione migliore? Scopriamolo insieme.

Vero e proprio gesto rituale, da condividere con amici o colleghi, il caffè è molto più di una semplice bevanda: è l’appuntamento che scandisce le nostre giornate e l’amico indispensabile nel momento del bisogno, pronto a fornirci energia e focus mentale.

Ma, soprattutto dopo un determinato orario, può capitare che si abbia bisogno di ridurne il consumo e che, quindi, ci si orienti verso quello decaffeinato. Siamo certi che sia la scelta più giusta e adatta proprio a tutti? La risposta non è così scontata come si possa credere.

Caffè normale versus caffè decaffeinato

La caffeina è un alcaloide, un grande gruppo di sostanze naturali che comprende, tra le altre, la cocaina e la nicotina (la tossicità di quest’ultime, ovviamente, non è paragonabile agli effetti della caffeina); questa è in grado di influire sulla chimica celebrale: assorbita velocemente dal nostro organismo, attiva il sistema nervoso e favorisce l’innalzamento della dopamina e dell’adrenalina, con conseguente innalzamento dei battiti cardiaci e un maggiore afflusso di sangue ai muscoli.

Il caffè decaffeinato si ottiene sottoponendo i chicchi a processi che ne riducono significativamente la quantità di caffeina: questi vengono trattati con soluzioni chimiche che ne lasciano almeno 10 milligrammi per ciascuna tazzina, un quantitativo davvero esiguo rispetto a un normale espresso, ma che in ogni caso potrebbe dare fastidio a persone sensibili.

Ricordiamo che in una tazzina di espresso – 60 ml in media – vi sono circa 80 milligrammi di caffeina, mentre in una tazza di caffè americano – da 200 ml – circa 90 milligrammi; ovviamente le quantità sono approssimative: a fare la differenza è il modo in cui viene preparato il caffè e la tipologia di materia prima impiegata.

Qual è la soglia considerata “sicura”? L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (l’EFSA) indica come non preoccupante, “in termini di sicurezza per la popolazione adulta e sana”, un consumo di singole dosi di caffeina fino a 200-300 milligrammi (contenuta in circa 3 tazzine di caffè).

Stabilire una soglia generale e valida per tutti, tuttavia, è piuttosto complesso: questo perché gli effetti della sostanza nervina possono variare notevolmente da individuo a individuo.

Caffè deca: pro e contro

Il caffè decaffeinato ha sicuramente un effetto meno stimolante sul sistema nervoso e la sua assunzione, in sostituzione di quello classico, può contribuire a limitare alcuni effetti collaterali, come nervosismo, irritabilità, palpitazioni e così via. Soprattutto se consumato nelle ore pomeridiane, ha inoltre un impatto inferiore sulla qualità e durata del sonno notturno.

Gli aspetti negativi, che non rendono il decaffeinato migliore di un buon espresso, sono il metodo di estrazione e la marcata acidità. Per quanto riguarda il primo aspetto, viene usato il diclorometano, un solvente ritenuto pericoloso per la salute dell’uomo.

Secondo l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il diclorometano evaporerebbe durante la decaffeinazione, ma alcuni studi avrebbero dimostrato che ne rimangono tracce nel prodotto finale. Un secondo metodo, più costoso e pertanto meno utilizzato, sfrutterebbe invece l’anidride carbonica, evitando l’uso di sostanze tossiche.

Rispetto a un espresso, una tazzina di deca è molto più acida: questo perché vengono usati i chicchi della varietà Robusta, più facile da decaffeinare, ma anche più ricca di acidi volatili.

Per chi non è adatto?

Se si soffre di acidità gastrica o problemi gastrointestinali non è consigliabile passare dall’espresso al decaffeinato. Se non si vuole rinunciare a questa abitudine, esistono delle alternative al caffè? Una di queste è sicuramente il caffè d’orzo, ma anche il caffè di cicoria, ottenuto dall’infusione della polvere essiccata della radice di cicoria, dal retrogusto lievemente amaro, e il tè matcha, ricco di antiossidanti e sostanze antinfiammatorie.

Anche il cacao può essere un’ottima soluzione, in virtù delle sue proprietà toniche e stimolanti, ma è bene ricordare che – proprio come le foglie di tè e le bacche di guaranà – contiene naturalmente caffeina.

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