La forza di presa della mano potrebbe essere anche un parametro in grado di aiutare a predire lo stato di salute generale e il profilo di rischio negli adulti di tutte le età, la conferma di uno studio
Si sa, un ruolo fondamentale nella nostra salute e nella qualità della nostra vita è ricoperto anche dai nostri muscoli. In tal senso, un mezzo efficace per misurare la funzionalità muscolare è l’hand grip, ovvero la forza della presa.
La forza di presa della mano, da sempre usata come indicatore della fragilità o della salute degli anziani, potrebbe essere anche un parametro in grado di aiutare a predire lo stato di salute generale, a qualunque età, più di altre misurazioni attualmente prese in considerazione dai medici.
A suggerirlo è uno studio dell’Università di Glasgow e pubblicato sul British Medical Journal, secondo cui la forza di presa potrebbe, inoltre, aiutare i medici a comprendere il profilo di rischio negli adulti di tutte le età, comprese le probabilità di malattie cardiache e polmonari, cancro e mortalità generale.
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Lo studio
I ricercatori dello studio si erano posti l’obiettivo di dimostrare come la forza di presa potesse essere a tutti gli effetti un biomarcatore dell’invecchiamento, ossia un parametro medico in grado di fornire un’indicazione oggettiva dello stato di salute attuale e futuro.
Nello specifico, hanno studiato più di mezzo milione di partecipanti al progetto inglese Biobank, i quali avevano un’età compresa tra 40 e 69 anni quando sono stati reclutati tra il 2007 e il 2010. Nel corso degli anni, i partecipanti sono stati sottoposti ad esami medici periodici, hanno fornito campioni e risposto a questionari approfonditi sulla salute e sugli stili di vita.
Inoltre, i ricercatori hanno monitorato i partecipanti attraverso le cartelle cliniche per una media di 7 anni. Durante quel periodo, quasi il 3% dei partecipanti erano morti, mentre quasi il 6% ha sviluppato malattie cardiache, circa il 2% ha sviluppato malattie respiratorie e quasi il 6% ha avuto una diagnosi di cancro.
Dalle analisi effettuate è emerso che la debolezza muscolare, definita come una misurazione della forza di presa inferiore a 26 kg per gli uomini e inferiore a 16 kg per le donne, era associata ad un rischio complessivo più elevato di morte e ad un rischio più elevato di malattie specifiche.
In particolare, per la morte per malattie cardiache il rischio è aumentato del 19% per le donne e del 22% per gli uomini, per la morte per malattie respiratorie l’aumento è stato del 31% per le donne e del 24% per gli uomini e per i decessi per tutti i tumori l’aumento è stato del 17% per le donne e del 10% per gli uomini.
Ma qual è il collegamento? I ricercatori spiegano che le persone con i valori più bassi di forza di presa tendevano ad avere uno status socioeconomico più basso e maggiori probabilità di fumare, di essere obesi e di avere una percentuale di grasso corporeo più elevata.
In conclusione, sebbene il ruolo critico del muscolo scheletrico sia spesso sottovalutato, è bene ricordare come questo controlli i movimenti del corpo, funga da principale riserva proteica del corpo e svolga un ruolo importante nella regolazione della glicemia.
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Fonte: nih.gov
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