Tumori: questo farmaco che tutti hanno in casa dimezzerebbe il rischio di morire per cancro

Sarebbe proprio l’aspirina ad avere un effetto positivo sui malati di cancro, riducendo l’infiammazione e migliorando i processi di riparazione cellulare, nonché contrastando il processo metastatico. La conferma di un recentissimo studio inglese

Al giorno d’oggi, considerata la prevalenza di decessi correlati al cancro, soprattutto in quei paesi non sviluppati con scarso accesso alle opzioni diagnostiche e terapeutiche, si rende di vitale importanza una terapia del cancro che sia il più possibile accessibile e conveniente. Per questo motivo e per il fatto che lo sviluppo di nuovi farmaci anti-cancro è abbastanza costoso, l’esplorazione di farmaci approvati esistenti per il trattamento del cancro sta crescendo.

A tal proposito, sembrerebbe che l’aspirina, o acido acetilsalicilico, un farmaco antinfiammatorio e analgesico comunemente usato nel trattamento del dolore e della febbre in varie malattie, in realtà possa prevenire la diffusione di metastasi e l’insorgenza di complicanze associate a varie forme di cancro.

A confermarlo è una recente ricerca condotta dall’Università di Cardiff e pubblicata sulla rivista Open Biology, secondo la quale sarebbe proprio l’aspirina ad avere un effetto positivo sui malati di cancro, riducendo l’infiammazione e migliorando i processi di riparazione cellulare, nonché contrastando il processo metastatico.

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Lo studio

Partendo dall’assunto che alcuni meccanismi biologici regolati dall’aspirina svolgono anche un ruolo nell’iniziazione e nella crescita del cancro, i ricercatori dello studio hanno utilizzato una revisione sistematica della letteratura per affrontare tre aspetti principali dell’uso dell’aspirina nella terapia del cancro.

Innanzitutto, hanno riassunto le attuali scoperte sui meccanismi biologici attraverso i quali l’aspirina può regolare i processi metastatici nel cancro. Successivamente, hanno esaminato vari studi clinici per comprendere l’effetto dell’aspirina sulle metastasi del cancro e sulla sopravvivenza. Infine, i ricercatori hanno affrontato gli effetti collaterali noti dell’uso di aspirina, commentandone gli aspetti di sicurezza nella terapia del cancro.

Gli effetti dell’aspirina osservati sui meccanismi biologici coinvolti nello sviluppo e nella crescita del cancro darebbero origine all’aspettativa che l’aspirina rallenti la progressione del cancro e riduca la mortalità per la malattia.

Lo studio ha coinvolto 861 pazienti con sindrome di Lynch, una condizione che colpisce circa una persona su 200 e che genera un problema genetico con la riparazione del DNA, rendendo i soggetti molto più a rischio di tumori all’intestino e all’utero.

Un gruppo di 427 ha assunto l’aspirina in modo continuativo per due anni, mentre 434 un placebo, e sono stati tutti seguiti per 10 anni. Dalle analisi effettuate è emerso che quelli trattati con due aspirine al giorno (600 mg) avevano un calo del rischio di tumore pari al 42,6%.

Tuttavia, i ricercatori hanno evidenziato l’assenza di studi specifici che esplorano l’effetto dell’aspirina su una vasta gamma di tumori. Infatti, la maggior parte delle prove proviene da meta-analisi di studi osservazionali di individui con cancro, un quarto dei quali stava assumendo aspirina.

Nel complesso, lo studio indicherebbe come il ruolo dell’aspirina nella regolazione di varie vie metaboliche lo renda un’opzione di trattamento anti-cancro potenzialmente preziosa e praticabile. Ciò nonostante, sono necessarie ulteriori ricerche sull’uso dell’aspirina nel trattamento di alcune delle forme più rare di cancro e ricerche complete sugli effetti avversi, prima di promuovere l’uso dell’aspirina nella terapia del cancro.

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