Una recente ricerca ha sottolineato come i composti del tè verde siano in grado di neutralizzare e distruggere i grovigli di proteine tau, che si accumulano nel cervello e causano demenza e morbo di Alzheimer
Gli scienziati dell’UCLA hanno utilizzato una molecola trovata nel tè verde per identificare ulteriori molecole che potrebbero rompere i grovigli di proteine nel cervello, che si pensa possano causare l’Alzheimer e malattie simili.
La molecola del tè verde, EGCG, è nota per rompere le fibre tau, ossia i lunghi filamenti multistrato che formano grovigli che attaccano i neuroni, facendoli morire.
Chi fa spesso incubi ha un rischio maggiore di sviluppare demenza e Alzheimer, secondo questo studio
Lo studio
In un articolo pubblicato su Nature Communications, i biochimici descrivono come l’EGCG spezza le fibre tau strato dopo strato.
La scoperta apre nuove possibilità per combattere l’Alzheimer, il Parkinson e le malattie correlate sviluppando farmaci che prendono di mira la struttura delle fibre tau e di altri amiloidi.
Migliaia di strati a forma di J di molecole tau legate insieme costituiscono il tipo di fibrille amiloidi, note come grovigli, osservate per la prima volta un secolo fa da Alois Alzheimer nel cervello post mortem di un paziente con demenza. Queste fibre crescono e si diffondono in tutto il cervello, uccidendo i neuroni e inducendo l’atrofia cerebrale.
Molti scienziati pensano che rimuovere o distruggere le fibre tau possa fermare la progressione della demenza.
Se potessimo rompere queste fibre, potremmo essere in grado di fermare la morte dei neuroni. Da un paio di decenni, gli scienziati sanno che c’è una molecola nel tè verde chiamata EGCG che può rompere le fibre amiloidi, ed è qui che il nostro il lavoro si allontana dal resto.
L’EGCG è stato ampiamente studiato ma non ha mai funzionato come farmaco per l’Alzheimer, perché la sua capacità di smantellare le fibre tau funziona meglio in acqua e non entra facilmente nelle cellule o nel cervello.
Inoltre, non appena l’EGCG entra nel flusso sanguigno, si lega a molte proteine oltre alle fibre tau, indebolendo la sua efficacia.
Per studiare i meccanismi attraverso i quali l’EGCG rompe le fibre tau, i ricercatori hanno estratto i grovigli di tau dal cervello di persone morte di Alzheimer, e li hanno incubati per periodi di tempo variabili con EGCG.
Entro tre ore, metà delle fibre erano scomparse e quelle rimaste erano parzialmente degradate. Dopo 24 ore, tutte le fibre erano scomparse.
Le fibrille nella fase intermedia della degradazione indotta dall’EGCG sono state congelate, e le immagini di questi campioni congelati hanno mostrato come l’EGCG ha spezzato le fibrille in pezzi apparentemente innocui.
I risultati di questa nuova ricerca rappresentano un passo significativo nel trattamento delle malattie degenerative.
Fonte: Nature Communications
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