Svolta nel trattamento del cancro alla cervice uterina, “in questo modo si possono ridurre le morti del 35%”

Un breve ciclo di chemioterapia di induzione potrebbe ridurre il rischio di morte del 35%: gli scienziati salutano quello che sembra essere il più grande passo avanti nel trattamento del cancro alla cervice degli ultimi 20 anni. Un migliore utilizzo dei farmaci esistenti aumenta la sopravvivenza e riduce il rischio di recidive

Un ciclo di farmaci più economici e già esistenti al posto della radioterapia, con questi si potrebbe arrivare a una riduzione del 35% delle morti causate dal cancro alla cervice uterina.

A dirlo in uno studio sono i ricercatori dell’UCL Cancer Institute e dell’UCLH, secondo cui un breve ciclo di chemioterapia di induzione (IC) prima del trattamento standard per quel tipo di tumore, la chemioradioterapia (CRT), potrebbe ridurre significativamente i tassi di recidiva e di morte.

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Secondo dati OMS, il cancro della cervice è il quarto tumore più comune tra le donne. Nel 2018, si stima che a 570mila donne sia stato diagnosticato un cancro cervicale in tutto il mondo e circa 311mila donne siano morte a causa della malattia.

Che cos’è il cancro della cervice uterina

Si tratta di un tipo di tumore che si sviluppa nella parte inferiore dell’utero (l’utero è formato da due parti principali: quella superiore, il corpo dell’utero, e quella inferiore, che è detta collo o, appunto, cervice). La cervice uterina è in diretto collegamento con la vagina e può essere suddivisa in due parti dette endocervice, più vicina al corpo dell’utero e dove si trovano cellule ghiandolari, ed ectocervice o esocervice, più vicina alla vagina e dove si trovano cellule squamose.

I due tipi di cellule si incontrano nella cosiddetta zona di transizione e la maggior parte dei tumori della cervice prende origine proprio da cellule che si trovano in questa zona “di confine”.

Il principale fattore di rischio per il tumore della cervice è l’infezione da Papilloma virus umano (HPV).

Lo studio

Nello studio, 250 donne con cancro alla cervice hanno ricevuto il nuovo trattamento: un ciclo intensivo di sei settimane di chemioterapia con carboplatino e paclitaxel, seguito dal “consueto” trattamento di radioterapia più cisplatino settimanale e brachiterapia, noto come chemioradioterapia. Altre 250 donne – il gruppo di controllo – hanno ricevuto solo la consueta chemioradioterapia.

Cinque anni dopo, l’80% di coloro che avevano ricevuto il nuovo trattamento erano vivi e il 73% non aveva visto la recidiva o la diffusione del cancro. In confronto al gruppo di trattamento “di controllo”, il 72% era vivo e il 64% non aveva visto la recidiva o la diffusione del cancro.

Il nostro studio dimostra che questo breve ciclo di chemioterapia aggiuntiva somministrato immediatamente prima della CRT standard può ridurre il rischio di recidiva del cancro o di morte del 35%. Questo è il più grande miglioramento nei risultati di questa malattia in oltre 20 anni, dice Mary McCormack, ricercatrice principale dello studio dell’UCL Cancer Institute e dell’UCLH.

Poiché in linea di massima si tratta di farmaci  economici, accessibili e già approvati per l’uso nei pazienti, secondo i ricercatori potrebbero essere incorporati nel trattamento standard in tempi relativamente brevi e salvare sin da subito la vita a parecchie donne. Ma attenzione, avvertono: non tutte le donne con cancro alla cervice potrebbero ottenere gli stessi risultati benefici dal trattamento.

Speriamo, quindi, in ulteriori ricerche.

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Fonte: UCL Cancer Institute

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