Suicidio medicalmente assistito: in Veneto non passa la legge sul “fine vita”

Suicidio medicalmente assistito: il Veneto sarebbe potuto diventare la prima Regione in Italia a regolamentarne il ricorso stabilendo i modi e i tempi delle risposte ai malati e le modalità di coinvolgimento delle Asl. Nulla di fatto, ma i malati potranno comunque continuare ad appellarsi alla sentenza della Consulta

Suicidio assistito: il Consiglio regionale del Veneto boccia il progetto d’iniziativa popolare depositato dall’associazione Coscioni che, sulla scorta di ben 9mila firme, richiedeva tempi certi per rispondere ai malati terminali.

La legge regionale “Liberi Subito” avrebbe stabilito un tempo limite per comitato etico e commissione medica di vagliare le richieste e la Regione sarebbe diventata la prima italiana a dotarsi di una legge sul cosiddetto “fine vita”.

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Il progetto d’iniziativa popolare chiedeva tempi certi per rispondere ai malati terminali che chiedono il suicidio medicalmente assistito: la novità più importante sarebbe infatti stata la prescrizione di procedure e un termine massimo di 27 giorni alle Asl per fornire una risposta ai malati con patologie terminali.

La legge torna ora in commissione, mentre i malati terminali con determinate caratteristiche possono in ogni caso presentare le loro istanze per il fine vita in base alla sentenza della Consulta.

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