Secondo un nuovo studio, essere impegnati in attività mentalmente stimolanti migliorerebbe le prestazioni del cervello e anche la memoria.
Sì insomma, essere impegnati in attività mentalmente stimolanti migliorerebbe le prestazioni del cervello e anche la memoria. A dirlo è un gruppo di ricercatori dell’Università del Texas che in uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Aging Neuroscience.
La ricerca – Gli studiosi hanno preso un campione di 330 persone sane, di età compresa tra i 50 e gli 89 anni (soggetti già reclutati nello studio Dallas Lifespan Brain Study, uno dei più vasti studi americani sui cambiamenti nella cognizione e nel funzionamento cerebrale dovuti al passare degli anni in persone adulte sane) e hanno somministrato dei questionari relativi alle abitudini quotidiane e al tipo di attività svolte e dei test neuropsicologici di valutazione delle capacità cognitive.
Ciò che è emerso è che indipendentemente dall’età e dal livello di educazione, coloro che si dedicavano di più a delle attività impegnative avevano delle prestazioni cognitive migliori degli altri e una migliore memoria episodica e di lavoro, erano più rapidi nell’elaborare delle informazioni, più capaci nei ragionamenti e nell’esprimersi con un vocabolario più vasto.
Non chiudetevi in una stanza, dunque, e non datevi all’ozio sfrenato! E, soprattutto, non lamentatevi per il tanto daffare quotidiano! Più la vostra vita sarò ricca di impegni e stimoli, più giovane e attivo sarà il vostro cervello, che avrà così buone riserve per quando sarete più anziani.
Come può accadere ciò? Semplice: il fisiologico decadimento cognitivo lo si contrasta proprio con le continue sollecitazioni al cervello. Ovvio che si parla di stress “buono” e non di quello che ci fa alzare la pressione a mille e ci fa fare il sangue amaro. Si parla delle giuste stimolazioni e dei giusti impegni, quelli che ci fanno sentire soddisfatti a fine giornata e con la sensazione di aver fatto qualcosa di buono anche per noi.
Germana Carillo
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