Stop UE ai Pfas, ma le nuove restrizioni hanno non poche eccezioni

L’UE continua la battaglia contro l’utilizzo indiscriminato dei Pfas, composti chimici che hanno mostrato di essere pericolosi per la salute umana. Ma alla fine, dopo lunga discussione, le restrizioni non saranno applicate ovunque. Ad essere escluse dalla norma sono, ad esempio, le batterie

Stop UE all’uso dei Pfas? Sì, ma non troppo. La Commissione Europea ha adottato nuove restrizioni contro questa classe di composti chimici che ha mostrato rischi per la salute umana. Ma la norma non include tutti i prodotti: sono escluse, per esempio, le batterie.

L’UE ha adottato le misure in osservanza del regolamento REACH, la legislazione sulle sostanze chimiche, con l’obbiettivo di proteggere la salute umana e l’ambiente: ha imposto, in particolare, dei nuovi limiti all’uso dell’acido undecafluoroesanoico (PFHxA) e delle sostanze correlate.

I Pfas sono sostanze chimiche “eterne” perché non si decompongono nell’ambiente naturale. Visto il loro ampio utilizzo nei processi industriali e in molti prodotti di consumo, i PFAS sono coinvolti in un elevato numero di casi di contaminazione del suolo e dell’acqua, inclusa l’acqua potabile.

Questi sottogruppi di sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (Pfas) sono molto persistenti e mobili in acqua – riporta la Commissione Europea – e il loro uso in determinati prodotti rappresenta un rischio inaccettabile per la salute umana e l’ambiente

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Per questo già in passato la Commissione Europea ha emanato norme e regolamenti che ne hanno limitato l’utilizzo. Ma questa classe di composti è ancora molto diffusa, purtroppo.

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Oggi una nuova stretta, a seguito della valutazione scientifica dei comitati della European Chemicals Agency (ECHA) e dopo l’ok del Parlamento europeo e del Consiglio: la restrizione vieterà in particolare la vendita e l’uso del PFHxA nei tessuti di consumo, come le giacche antipioggia, negli imballaggi alimentari, come le scatole per pizza, nelle miscele di consumo come gli spray impermeabilizzanti, nei cosmetici come i prodotti per la cura della pelle, e in alcune applicazioni di schiuma antincendio come per la formazione e i test, senza compromettere la sicurezza.

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Ma la norma non include tutti i prodotti che li contengono. Come spiega l’UE, infatti, la restrizione è riferita agli usi in cui il rischio non è adeguatamente controllato, sono disponibili alternative e i costi socioeconomici saranno limitati rispetto ai benefici per la salute umana e l’ambiente.

[La restrizione] non influisce su altre applicazioni del PFHxA, ad esempio nei semiconduttori, nelle batterie o nelle celle a combustibile per l’idrogeno verde

La norma entrerà formalmente in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, comunque dopo periodi di transizione compresi tra 18 mesi e 5 anni, a seconda dell’uso, consentendo il tempo per la sostituzione con alternative più sicure.

La restrizione odierna è un altro passo compiuto dalla Commissione per affrontare i rischi posti dai Pfas, ai sensi di REACH – conclude la Commissione Europea – È distinta dalla potenziale restrizione sull’intero gruppo di PFAS (‘restrizione universale per i PFAS’) che l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) sta valutando a seguito di una proposta del 2023 di cinque governi europei

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Fonte: Commissione Europea

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