PFAS tossici, al via nuova causa: “i contenitori di plastica hanno contaminato ketchup, maionese e olio d’oliva”

Negli Stati Uniti i consumatori hanno intentato una causa contro Inhance, un’azienda statunitense che non ha seguito le regole dell'EPA riguardo l’uso dei PFAS nei contenitori per alimenti

Una nuova causa ha coinvolto un’azienda statunitense, accusata dai consumatori di aver utilizzato contenitori di plastica per contenere cibo, prodotti per la pulizia, articoli per la cura personale e altri prodotti di consumo contaminati da PFAS tossici. Ora i cittadini chiedono ai tribunali federali di far interrompere la produzione.

L’accusa fa riferimento a una ricerca di prossima pubblicazione, che ha rilevato che i PFAS (sostanze polifluoroalchiliche) dai contenitori di plastica HDPE (polietilene ad alta densità) vengono lisciviati a livelli estremamente elevati in ketchup, maionese, olio d’oliva e prodotti di uso quotidiano.

Inhance è la società sotto accusa, con sede a Houston, che produce decine di milioni di contenitori di consumo che contengono PFAS. I querelanti chiedono che l’azienda in questione debba seguire le regole dell’Environmental Protection Agency (EPA) e ricevere l’approvazione per mettere in commercio i prodotti.

I gruppi accusano, inoltre, anche le autorità di regolamentazione le quali probabilmente erano a conoscenza della potenziale minaccia per la salute già dall’inizio del 2021.

Inhance tratta i contenitori di plastica con gas fluorurato per creare una barriera, che aiuta a evitare che i prodotti si degradino. Le norme EPA, implementate nel 2020, richiedono alle aziende che producono PFAS a catena lunga di sottoporsi a revisione e approvazione della sicurezza.

Il motivo? I prodotti perdono più PFAS mentre rimangono nel contenitore.

I PFAS sono una classe di circa 12.000 composti tipicamente utilizzati per rendere i prodotti resistenti all’acqua, alle macchie e al calore. Sono chiamati “prodotti chimici per sempre” o “forever chemicals” perché non si degradano naturalmente. Sono collegati a cancro, malattie renali, problemi al fegato, disturbi immunitari, difetti alla nascita e altri gravi problemi di salute.

L’EPA ha intentato una causa contro Inhance il 21 dicembre dello scorso anno. La causa è stata pesantemente redatta per nascondere qualsiasi menzione della produzione PFAS da parte dell’azienda.

Successivamente, nel gennaio 2021, l’EPA ha citato in giudizio Inhance per informazioni sul suo processo. Nel luglio 2021, il The Guardian ha riferito dell’uso di PFAS in contenitori industriali che contengono ingredienti per alimenti, oli essenziali e altri prodotti.

Nel marzo 2022, l’EPA ha emesso un avviso di violazione ordinando a Inhance di cessare immediatamente la produzione se non avesse eliminato la contaminazione da PFAS.

Inhance non ha risposto fino a settembre, affermando che avrebbe sottoposto il suo processo alla revisione, rifiutandosi però di cessare la produzione.

C’è da dire che l’Efsa aveva rivisto la sua posizione riguardo queste sostanze contaminanti su richiesta della Commissione Ue, aggiornando la valutazione del rischio di Pfos e Pfoa, estendendola poi anche a Pfna e PfhxS.

Queste sostanze, secondo i dati analizzati dall’Efsa, sono pericolose in particolare per lo sviluppo, il basso peso alla nascita dei bambini ma anche per fegato e sistema immunitario.

Dall’altra parte, invece, occorre ricordare che la Commissione Europea ha fatto un passo avanti per proteggere i cittadini dalla presenza di questi contaminanti nel cibo. Infatti, a partire dal 1 gennaio 2023 entreranno in vigore nuove norme che limitano i livelli di quattro sostanze perfluoroalchilate (appunto i PFAS) negli alimenti, un modo concreto per ridurre la nostra esposizione a queste sostanze altamente nocive.

QUI trovi la citazione in giudizio.

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Fonti: EPA / Reuters

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