Secondo un nuovo studio, una spugna marina delle barriere coralline ha una sostanza capace di bloccare la duplicazione cellulare del cancro alla cervice.
Una spugna marina trovata tra le barriere coralline dell’Indonesia contiene una sostanza organica capace di bloccare la duplicazione cellulare del cancro alla cervice uterina. A dirlo sono alcuni ricercatori americani che hanno scoperto come questa spugna produca qualcosa in grado di combattere il cancro e altre malattie letali, proponendo anche di coltivarla a beneficio dell’ambiente marino e dell’economia indonesiana.
Loro sono gli studiosi della Medical University of South Carolina (MUSC) che, insieme con gli studenti e i ricercatori dell’Università della Carolina del Sud (UofSC), del College of Charleston, della Gadjah Mada University in Indonesia e dell’University of Malaya in Malesia, hanno analizzato una spugna trovata nella baia indonesiana di Manado.
Secondo quanto si legge nello studio pubblicato sul Journal of Natural Products, questa spugna produce una molecola chiamata manzamina A, che fermerebbe la crescita delle cellule tumorali nel collo dell’utero.
Il tumore della cervice uterina
Il tumore della cervice uterina – o del collo dell’utero – è la terza neoplasia più frequente tra le donne, dopo quelle al seno e al colon-retto. Colpisce il segmento che collega il corpo dell’utero con la vagina. Il rivestimento della cervice uterina è composto da due tipi di cellule: squamose e ghiandolari e di conseguenza possono dare origine a due diversi tumori (carcinoma a cellule squamose e adenocarcinoma). Le due zone confluiscono in un’area, la zona di transizione, da cui ha origine la maggior parte dei tumori, l’85%.
In Italia ogni anno si manifestano circa 2.300 nuovi casi prevalentemente in forma iniziale, mentre una donna su 10mila riceve una diagnosi di tumore della cervice in forma avanzata. La malattia diagnosticata precocemente è altamente curabile (Fonte: AIRC).
La manzamina A, che proviene da batteri che vivono in una relazione reciprocamente vantaggiosa con la spugna, ha enormi implicazioni per fermare queste cellule tumorali.
Lo studio
Lo studio ha esaminato gli effetti anti-crescita e antitumorali della manzamina A in quattro diverse linee cellulari di cancro cervicale. La sostanza avrebbe impedito la crescita delle cellule tumorali cervicali e causato la morte di alcune cellule, ma non ha avuto gli stessi effetti sulle normali cellule non cancerose.
“Questa è una nuova entusiasmante applicazione di una molecola che in precedenza ha mostrato un potenziale significativo per il controllo della malaria e ha buone proprietà farmacologiche”, ha dichiarato Mark T. Hamann, autore senior della relazione. I prodotti naturali hanno portato allo sviluppo della maggior parte dei nostri antibiotici e terapie anti-cancro e molti farmaci per il controllo del dolore”.
In lavori precedenti, il gruppo di Hamann aveva già identificato composti derivati da spugne efficaci contro il melanoma e contro i tumori della prostata e del pancreas (la manzamina A sarebbe anche efficace contro il parassita responsabile della malaria, mentre alcuni analoghi di questa classe unica di farmaci sono candidati per il controllo di Covid-19).
Nello studio attuale, la manzamina A ha ridotto i livelli di espressione di una proteina nota per essere altamente espressa in una serie di tumori, incluso proprio il cancro della cervice. La modellazione al computer ha poi dimostrato che la manzamina A condivide strutture simili con inibitori noti della proteina, ma la manzamina A risulta essere 10 volte più potente nel bloccare questa proteina.
Numerosi brevetti sono stati depositati sulla manzamina A e una startup è in fase di realizzazione. “I prossimi passi sono di stabilire la sua rilevanza clinica – dice Hamann. Ma, anche se queste molecole possono essere sintetizzate in laboratorio, Hamann non pensa che sia il processo migliore. “La maggior parte dei materiali di partenza per la sintesi di laboratorio sono derivati dal petrolio. Al contrario, le spugne nel loro habitat naturale possono essere coltivate con successo e, a differenza di altre forme di acquacoltura, pulire l’ambiente”.
Per questo motivo, produrre molecole derivate da spugne che crescono nell’ambiente sarebbe probabilmente la migliore fonte, fornendo allo stesso tempo opportunità di sviluppo economico nelle zone rurali dell’Indonesia.
Tuttavia, “la conservazione della diversità delle specie è estremamente importante – conclude Hamann – così come la diversità delle sostanze chimiche che producono e le opportunità di trattamento del cancro che offrono. Se 50 anni di cambiamenti climatici rimangono incontrollati, le proiezioni sono che potremmo perdere un terzo della diversità delle specie globali e perdere opportunità come questa”.
Lungo le coste dell’Indonesia, quindi, il progetto potrebbe rappresentare un commercio redditizio e la possibilità nel contempo di curare un cancro.
Fonte: MUSC
Leggi anche: