La ‘Smart toilette’ ha vinto il premio IgNobel per la Salute 2023: la tazza 2.0 è infatti in grado di analizzare urine e feci in tempo reale, rendendosi un dispositivo potenzialmente utile per la salute pubblica. Il lavoro è uno dei 10 vincitori di quelle ricerche che, , da 33 anni, all’inizio fanno ridere ma poi pensare
Nell’epoca del “tutto smart”, del “tutto domotica e computer” anche la ‘Smart toilette’, la tazza 2.0 che, oltre ad accogliere i nostri escrementi, li analizza “in diretta”. La ricerca, curiosa ma anche potenzialmente utile alla salute pubblica, ha vinto il Premio IgNobel per la Salute 2023, uno dei premi assegnati a quelle ricerche che, da 33 anni, all’inizio fanno ridere ma poi pensare.
Il lavoro risale al 2020, in piena pandemia Covid-19, ed era stato pubblicato su Nature Biomedical Engineering
Questa toilette è dotata di una tecnologia in grado di rilevare una serie di marcatori di malattie nelle feci e nelle urine, compresi quelli di alcuni tumori, come quelli del colon-retto o urologici – si leggeva all’epoca sul comunicato dell’Università di Standford, che ha guidato lo studio – Il dispositivo potrebbe essere particolarmente interessante per le persone che sono geneticamente predisposte a determinate condizioni, come la sindrome dell’intestino irritabile, il cancro alla prostata o l’insufficienza renale, e vogliono mantenersi in salute
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La Smart toilette è una normale toilette dotata di strumenti tecnologiche che utilizzano il rilevamento del movimento per implementare una combinazione di test in grando di valutare la salute di eventuali depositi. I campioni di urina vengono sottoposti in particolare ad analisi fisiche e molecolari, mentre la valutazione delle feci si basa sulle caratteristiche fisiche.
Ma non finisce qui: il dispositivo, infatti, invia automaticamente i dati estratti da qualsiasi campione a un sistema owncloud. In futuro, secondo i ricercatori, il sistema potrebbe essere integrato in quello di tenuta dei registri di qualsiasi fornitore di assistenza sanitaria per un accesso rapido e semplice.
Oggi questo strumento, che all’epoca fu considerato poco più che un esperimento, vince un premio importante: sì, perché gli IgNobel, assegnati da 33 anni dagli Annals of Improbable Research, sono riconoscimenti a ricerche tutt’altro che “stupide”, pubblicate spesso su prestigiose riviste, con la sola caratteristica curiosa “in più” di sembrare strane. Ma, appunto, solo in apparenza.
Ecco gli altri premi:
- Ingegneria meccanica per aver trovato il modo di “dare una seconda vita ai ragni morti” come strumenti di presa meccanici;
- Chimica e Geologia per aver spiegato il motivo per il quale a molti scienziati piace leccare le rocce;
- Fisica per aver determinato l’impatto dell’attività sessuale delle acciughe sul mescolamento dell’acqua oceanica;
- Nutrizione per aver determinato come bacchette e cannucce elettriche possono modificare il gusto del cibo;
- Medicina per gli studi sui cadaveri volti a stabilire se le due narici di una persona hanno lo stesso numero di peli;
- Comunicazione per gli studi sulle attività mentali delle persone capaci di parlare al contrario;
- Psicologia per gli studi sui passanti che si fermano a guardare in alto quando vedono altre persone che a loro volta guardano in alto;
- Educazione per aver studiato gli effetti sugli studenti della noia prodotta dalle lezioni dei loro professori;
- Letteratura per gli studi sulle sensazioni che le persone provano quando ripetono una singola parola molte volte
Quest’anno però, l’Italia è assente.
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Fonti: Annals of Improbable Research / Annals of Improbable Research/Youtube
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