Gli effetti a lungo termine dell'uso delle sigarette elettroniche sulla salute di alcuni organi del nostro corpo sono stati osservati per la prima volta in questo studio condotto negli Stati Uniti
Mentre gli effetti negativi delle sigarette tradizionali, in commercio ormai da decenni in tutto il mondo, sono ben noti e testimoniati dalla letteratura scientifica, quelli derivanti dall’uso delle sigarette elettroniche non sono stati ancora sufficientemente indagati dagli scienziati. Questo perché questi dispositivi hanno preso piede solo negli ultimi cinque anni, e il lasso di tempo così limitato non ha permesso di conoscere gli effetti a lungo termine del loro utilizzo.
Ora un nuovo studio condotto dai ricercatori della San Diego School of Medicine dell’Università della California prova a indagare le conseguenze negative connesse all’uso delle sigarette elettroniche nel lungo periodo, con attenzione particolare ad alcuni organi del nostro corpo (cervello, cuore, polmoni, colon).
I ricercatori hanno indagato gli effetti dei dispositivi JUUL – i più diffusi negli Stati Uniti, utilizzati perlopiù da ragazzi di età compresa fra i 18 e i 24 anni – e sui suoi “gusti” più popolari (Mango e Menta Piperita). Infatti, gli effetti dannosi variano anche in dipendenza del liquido usato come aromatizzante all’interno del dispositivo – oltre che, ovviamente, dalla frequenza d’uso della sigaretta.
Gli effetti più evidenti dell’infiammazione sono stati riscontrati a livello del cervello, dove i markers infiammatori sono presenti in quantità elevate. Ulteriori cambiamenti neuro-infiammatori sono stati registrati all’interno del Nucleus accumbens – regione cerebrale che regola i meccanismi della motivazione e della ricompensa.
Il Nucleus accumbens gioca un ruolo importante anche nei meccanismi di rinforzo delle abitudini, nell’elaborazione delle sensazioni di piacere ma, soprattutto, nella creazione delle dipendenze e nell’insorgenza di emozioni negative – quali paura e ansia. Insomma, cambiamenti a livello di questa regione del cervello sono responsabili della dipendenza che le persone hanno dalle sostanze analizzate.
Se si considera che la maggior parte degli utilizzatori delle sigarette elettroniche sono giovanissimi e hanno il cervello ancora in via di sviluppo, non è difficile immaginare gli effetti potenzialmente devastanti dell’uso di sigarette elettroniche sullo stato di salute complessivo e sullo sviluppo di una dipendenza grave.
Ma non è solo il cervello ad essere coinvolto da fenomeni infiammatori più accesi: anche a livello del colon, dopo solo un mese di utilizzo della sigaretta elettronica, aumenterebbe l’espressione genica infiammatoria – con un aumento anche del rischio di contrarre malattie gastrointestinali. Al contrario, il cuore presenta livelli di markers infiammatori inferiori al normale, e questo potrebbe rendere il tessuto cardiaco più vulnerabile alle infezioni.
Infine, i ricercatori si sono occupati dello stato di salute dei polmoni – gli organi più direttamente coinvolti durante il fumo. Ebbene, anche se i polmoni di chi fuma sigarette elettroniche non mostrano segni di infiammazione a livello dei tessuti, sono stati osservati importanti cambiamenti nell’espressione genica, i cui effetti nel lungo periodo richiedono ulteriori studi per essere pienamente compresi.
Come detto all’inizio, non tutti i liquidi aromatizzanti sono uguali e hanno gli stessi effetti sulla salute di chi li fuma. Ad esempio, l’uso di un liquido all’aroma di menta provocherebbe una maggiore vulnerabilità alla polmonite (come quella connessa al Coronavirus) rispetto al liquido all’aroma di mango. Ciò accade perché ogni organo ha il suo equilibrio, che può essere intaccato anche da un’unica sostanza chimica piuttosto che da un’altra.
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Fonte: eLife
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