Scopri quali sono i sintomi che potrebbero indicare una carenza di serotonina, l'ormone che regola il nostro buonumore
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Scopri quali sono i sintomi che potrebbero indicare una carenza di serotonina, l’ormone che regola il nostro buonumore
La serotonina è un neurotrasmettitore coinvolto in numerose funzioni del nostro organismo, a cominciare dalla regolazione dell’umore. La carenza di serotonina può avere diverse cause e provocare sintomi di diverso genere, dalla depressione alla difficoltà a concentrarsi, passando per insonnia e disturbi alimentari.
Cos’è la serotonina e da cosa dipende una sua carenza
La serotonina, o 5-HT, è un neurotrasmettitore che svolge diverse funzioni nel nostro organismo. Viene sintetizzata a partire da un amminoacido, il triptofano, e come tutti i neurotrasmettitori è responsabile della trasmissione di un segnale a livello neuronale, che genera a sua volta una risposta. (Leggi anche: 10 cibi che rendono felici)
In particolare, la serotonina coinvolta nei processi di regolazione dell’umore e influenza l’apprendimento, la memoria e i ritmi circadiani. Non a caso è stata comunemente definita come l’ormone della felicità.
La carenza di serotonina può dipendere da fattori genetici che regolano la produzione e il metabolismo di questo neurotrasmettitore.
A volte i livelli di serotonina possono abbassarsi anche a causa dello stile di vita o di un’alimentazione povera di proteine, oppure dall’assunzione prolungata nel tempo di alcuni farmaci.
La serotonina può diminuire anche in alcuni momenti della vita caratterizzati da importanti cambiamenti ormonali, come l’adolescenza, la gravidanza o la menopausa o, ancora, in periodi particolarmente stressanti.
Poiché la serotonina fa parte di un sistema complesso, chi presenta un deficit di serotonina può essere interessato anche da carenza di altri neurotrasmettitori.
I sintomi più frequenti della carenza di serotonina
La carenza di serotonina può non dare alcun sintomo oppure manifestarsi in modi diversi, soprattutto a livello dell’umore, ma non solo.
Disturbi dell’umore
Il tono dell’umore e la serotonina sembrano influenzarsi a vicenda. Sebbene non sia del tutto chiaro il legame tra carenza di serotonina e depressione, è noto che esista una complessa relazione tra questo neurotrasmettitore e l’umore.
Molti antidepressivi sono proprio studiati per aumentare la sintesi di serotonina o per inibirne la ricaptazione a livello presinaptico. Anche l’iperico, pianta utile nella depressione lieve, agisce sul metabolismo della serotonina per migliorare l’umore.
Ansia
Gli stati d’ansia si presentano come una risposta dell’organismo a momenti o periodi stressanti. Chi soffre d’ansia manifesta generalmente un aumento della frequenza cardiaca e della sudorazione, accompagnate da secchezza delle fauci e spesso da spasmi gastrointestinali.
Poiché la serotonina è coinvolta nella regolazione dell’uomore, oltre a causare depressione, una sua carenza potrebbe provocare anche stati d’ansia, acuti o cronici, incluse le forme ossessive e compulsive.
Schizofrenia
La schizofrenia è una malattia che causa comportamenti insoliti, allucinazioni uditive e visive, cambiamenti di umore o di personalità improvvisi.
Spesso le persone che soffrono di schizofrenia presentano bassi livelli di serotonina, dunque un deficit di questo neurotrasmettitore potrebbe essere coinvolto nell’insorgenza di questa patologia.
Alterazioni dell’orologio biologico
La serotonina aiuta a regolare i ritmi circadiani, che rappresentano il nostro orologio biologico.
Di conseguenza, bassi livelli di serotonina possono causare difficoltà ad alzarsi al mattino, a percepire il senso di fame in modo regolare e a sentirsi spesso stanchi e affaticati durante la giornata.
Disturbi del sonno
Come abbiamo visto, la serotonina aiuta a regolare il bioritmo, dunque una sua carenza può provocare anche insonnia.
I disturbi del sonno includono difficoltà ad addormentarsi e a dormire in modo continuativo per un tempo adeguato, svegliandosi ripetutamente durante la notte o troppo precocemente al mattino.
L’insonnia cronica può dipendere da un deficit di serotonina e nel tempo può portare a una diminuzione della qualità della vita.
Disturbi alimentari
Deficit di serotonina possono portare anche a disturbi alimentari: chi presenta bassi livelli di serotonina può mangiare troppo o non mangiare abbastanza oppure alternare questi due comportamenti.
Dolore cronico
La serotonina influenza il funzionamento dell’apparato muscolare e un deficit di questo neurotrasmettitore può essere legato al dolore cronico.
Sembra che la carenza di serotonina sia correlata alla fibromialgia, una patologia che causa dolore diffuso.
Difficoltà di apprendimento e scarsa memoria
La serotonina influenza la memoria e l’apprendimento, dunque una sua carenza può causare difficoltà a concentrarsi, a ricordare i concetti durante lo studio o a dimenticare appuntamenti, impegni o ricorrenze nella vita quotidiana.
Iperattività
Bassi livelli di serotonina possono causare deficit dell’attenzione e iperattività. Una persona con carenza di serotonina, oltre ad avere difficoltà a concentrarsi, può sentirsi costantemente agitata, non riuscire a stare ferma e avere la sensazione di essere perennemente annoiata.
Demenza
La carenza di serotonina potrebbe rappresentare un segnale d’allarme precoce per l’insorgenza della demenza senile.
Come abbiamo visto, la serotonina può influenzare memoria, concentrazione e apprendimento ed è possibile che un suo deficit aumenti il rischio di alterazione delle funzioni cognitive nel lungo periodo.
Cosa fare in caso di carenza di serotonina
Riuscire a diagnosticare una carenza di serotonina basandosi solo sui sintomi è particolarmente difficile.
Manifestazioni come l’insonnia, l’abbassamento del tono dell’umore o i disturbi alimentari possono comparire anche con livelli adeguati di serotonina: un’ampia gamma di neurotrasmettitori e di numerosi altri fattori possono infatti influire sulla salute mentale e fisica.
Se si soffre di uno dei sintomi legati alla carenza di serotonina è importante consultare il proprio medico per ottenere una diagnosi accurata e un trattamento adeguato e migliorare così la qualità della propria vita.
Fonti di riferimento: ACS Publication/Johns Hopkins Medicine/JNeurosci /JMS Journal
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