Tra i diversi segnali, anche il mondo in cui si cammina potrebbe essere un segnale premonitore della demenza senile. Un nuovo studio avrebbe scoperto che, superati i 65 anni, chi cammina più lentamente di anno in anno ha più probabilità di sviluppare un declino cognitivo.
Tra i diversi segnali, anche il mondo in cui si cammina potrebbe essere un segnale premonitore della demenza senile. In particolare, uno nuovo studio avrebbe scoperto che, superati i 65 anni, chi cammina più lentamente di anno in anno ha più probabilità di sviluppare un declino cognitivo.
Già nel 2015 uno studio aveva evidenziato una correlazione tra una deambulazione più lenta, difficoltà di memoria e rischio di sviluppare forme di demenza senile in età avanzata.
Questo, secondo gli studiosi in questione, derivava dalla quantità di placche amiloidi presenti nel cervello, poiché il loro progressivo aumento era correlato allo sviluppo dell’Alzheimer.
Erano state studiate, infatti, 128 persone con un’età media di 76 anni, non ancora affetti da demenza ma considerate ad alto rischio di sviluppo, per via di alcuni deficit di memoria. Dalle analisi era emersa un’alta associazione tra bassa velocità di camminata e quantità di amiloide in diverse aree del cervello.
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Lo studio
Uno studio recente, pubblicato sulla rivista JAMA Network Open, ha evidenziato come chi cammina più lentamente, insieme ad altri sintomi di declino cognitivo, avrebbe un’alta probabilità di sviluppare la demenza senile.
In questo caso, i ricercatori collegano questo fenomeno al restringimento dell’ippocampo destro, ossia la parte del cervello che è associata alla memoria.
Tra ottobre 2020 e novembre 2021, i ricercatori hanno studiato 16.855 persone anziane e relativamente sane in Australia e negli Stati Uniti, tra i 65 e i 70 anni.
I partecipanti sono stati classificati in 4 gruppi: soggetti con declino sia dell’andatura che cognitivo, solo declino dell’andatura, solo declino cognitivo e nessun declino in atto.
È emerso che il rischio di demenza senile era abbastanza alto per quei soggetti che manifestavano un rallentamento della camminata, mentre era ancora più alto per i soggetti che manifestavano sia un declino dell’andatura che cognitivo.
Per questo, sarebbe molto importante aggiungere agli screening sul rischio di demenza senile delle considerazioni sulla modalità e la velocità dell’andatura.
Conclusioni
Se si considera che il numero di soggetti in tutto il mondo con demenza senile si aggira intorno ai 50 milioni e che, secondo alcune stime crescerà fino a 150 milioni entro il 2050, diventa allora importante attenzionare anche quelli che sembrerebbero piccoli dettagli.
Per questo, tenere d’occhio sia il modo che la velocità della camminata nei soggetti che hanno superato i 65 anni e contemporaneamente valutarne le capacità cognitive, potrebbe aiutare concretamente a prevenire il rischio di sviluppare la demenza senile.
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