Una nuova ricerca ha scoperto che una mutazione genetica è in grado di regolare il metabolismo facendo rimanere magri anche se si mangia molto. E' però rara
Sicuramente conoscerete qualcuno che nonostante mangi molto rimane sempre magro. Qual è il suo segreto? È probabile che possieda il gene della magrezza, scoperto da un team di ricerca internazionale. Una mutazione genetica però, ahimè, molto rara: la possiede infatti solo l’1% della popolazione.
In uno studio pubblicato sulla rivista Cell, un team dell’University of British Columbia in Canada guidato da Josef Penninger, ha scoperto che un gene chiamato ALK (Anaplastic Lymphoma Kinase) svolge un ruolo chiave nella resistenza all’aumento di peso nelle persone.
E’ in realtà una mutazione di questo gene quella che tutti vorrebbero avere, dato che consente di mangiare a dismisura, non praticare alcuno sport e, nonostante questo, rimanere sempre nel proprio peso forma. Una fortuna che però hanno in pochi. Come ha dichiarato il professor Penninger:
“Conosciamo tutti queste persone, che possono mangiare quello che vogliono, non fanno attività fisica, ma non aumentano di peso. Costituiscono circa l’uno per cento della popolazione”
Lo studio è partito dalla prospettiva opposta a quella su cui generalmente si basano le ricerche in questo campo. Ossia si è proposto di capire non tanto la genetica dell’obesità, ossia le cause nel nostro Dna che potrebbero facilitarne la comparsa nei soggetti predisposti, ma la genetica della magrezza.
Lo studio è stato realizzato utilizzando i dati della biobanca dell’Estonia. Il team di Penninger, che includeva ricercatori svizzeri, austriaci e australiani, ha confrontato la struttura genetica e i profili clinici di 47.102 soggetti di età compresa tra 20 e 44 anni.
Confrontando i campioni di Dna tra i soggetti magri e quelli in sovrappeso, è stato notato che quest’ultimi avevano attivo il gene ALK mentre chi era magro, nonostante mangiasse come gli altri, possedeva una mutazione.
Il gene ALK era già conosciuto in quanto muta frequentemente in diversi tipi di cancro ed è stato identificato come un motore dello sviluppo di alcuni tumori, come quello al polmone.
In questo caso però, la sua mutazione è favorevole:
“Il nostro lavoro rivela che ALK agisce nel cervello, dove regola il metabolismo integrando e controllando il dispendio energetico” ha dichiarato Michael Orthofer, autore dello studio.
Dato che questo gene è altamente espresso nel cervello, il suo ruolo potenziale nella resistenza all’aumento di peso lo rende molto interessante per gli scienziati che sviluppano terapie contro l’obesità. In pratica potrebbe bastare “spegnerlo” per favorire il peso forma.
Il team ha ora in programma di approfondire lo studio cercando di comprendere come i neuroni che esprimono ALK regolino il cervello a livello molecolare e determinare meglio come questo gene equilibri il metabolismo per promuovere la magrezza.
Sarà inoltre importante convalidare i risultati in ulteriori studi su campioni di popolazione più diversificati.
Fonti di riferimento: The University of British Columbia / Cell
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