Un nuovo studio ha rilevato come poter rallentare il processo di invecchiamento e ostacolare l’insorgere di alcune malattie legate alla vecchiaia.
La prospettiva di terapie mediche che “riavvolgano” l’orologio sul processo di invecchiamento ha fatto numerosi passi avanti; infatti, un nuovo studio, purtroppo ancora svolto sugli animali, ha trattato con una forma di terapia genica le cellule più vecchie, rendendole più giovani secondo i marcatori biologici utilizzati per misurare gli effetti dell’invecchiamento.
Ripetere il trucco negli esseri umani è tutt’altro che semplice, ma i risultati alimentano l’interesse per nuove terapie radicali che mirano a rallentare o invertire il processo di invecchiamento come mezzo per affrontare malattie legate all’età come il cancro, l’osteoporosi e l’Alzheimer. (Leggi anche: Longevità: scoperta la variante genetica che ritarda l’invecchiamento)
Lo studio
Gli scienziati hanno attinto al lavoro precedente del premio Nobel giapponese Prof Shinya Yamanaka, il quale ha dimostrato che una miscela di quattro molecole, note come fattori Yamanaka, può riavvolgere le cellule adulte in cellule staminali giovanili che sono in grado di formare quasi tutti i tessuti del corpo.
Il team di ricerca ha scoperto che coloro che hanno ricevuto fattori Yamanaka per diversi mesi avevano la pelle e i reni ringiovaniti. Gli esperimenti hanno mostrato che il ringiovanimento era più efficace quando la terapia veniva somministrata per un lungo periodo, da sette a 10 mesi, a partire da un’età compresa tra 12 e 15 mesi, equivalente all’età di 35-50 anni nell’uomo.
I ricercatori sono cauti sull’uso dei fattori Yamanaka, perché il lavoro precedente ha dimostrato che le cellule completamente riprogrammate possono trasformarsi in grumi di tessuto canceroso chiamati teratomi.
L’ultimo studio mostra che la riprogrammazione parziale può essere in grado di ringiovanire i tessuti senza tali rischi, ma permangono ulteriori ostacoli. Piuttosto che utilizzare i fattori Yamanaka per ringiovanire gli esseri umani, molti scienziati sospettano che saranno necessari nuovi farmaci per riprogrammare parzialmente le cellule in modo sicuro ed efficace.
Le prime applicazioni saranno probabilmente in tessuti facilmente accessibili e che possono essere modificati al di fuori del corpo, come le cellule staminali del sangue ma sono necessari ulteriori studi e analisi.
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Fonte: Nature
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