Il fenomeno della resistenza agli antibiotici peggiora anno dopo anno a tal punto che si ritiene nel 2050, alcuni batteri faranno più morti del cancro
Resistenza agli antibiotici, un argomento scottante di cui si parla sempre di più in quanto si prevede che nei prossimi anni metterà seriamente a rischio la salute pubblica a livello mondiale. Secondo gli esperti già entro il 2050 i batteri che hanno sviluppato la resistenza ai farmaci saranno più pericolosi e mortali del cancro.
Attualmente la resistenza agli antibiotici è causa di morte per circa 700mila persone ogni anno ma la situazione, come registrano le ultime statistiche ufficiali, peggiora con il passare del tempo e se non si riesce ad arginare il fenomeno le previsioni sono decisamente nere. Si parla di 10 milioni di persone a rischio morte appunto entro il 2050.
Le malattie più pericolose torneranno ad essere ad esempio malaria e tubercolosi, e quelle che si sviluppano a partire dal batterio E.Coli. I paesi più a rischio saranno Nigeria, Indonesia, Messico, Brasile, India, Cina, Russia e Turchia ma anche tutti gli altri vedranno le conseguenze di questa situazione.
A lanciare nuovamente l’allarme è stato questa volta Jim O’Neill, economista inglese incaricato dal governo del suo paese di fare il punto della situazione sull’antibiotico resistenza.
L’esperto ha valutato la questione anche dal punto di vista economico e da quanto emerge si ritiene che alcune malattie, che torneranno a svilupparsi e a rivelarsi mortali proprio perché i farmaci con cui prima facilmente si curavano sono diventati ora inefficaci, avranno un impatto molto negativo sulla salute delle persone e di conseguenza anche sulla produzione economica mondiale che registrerà un meno 2-3,5%.
La resistenza agli antibiotici, secondo quanto dichiarato da O’Neill, sarebbe una minaccia che a breve termine ha più possibilità di rivelarsi concreta rispetto ad esempio ai cambiamenti climatici.
Ma come mai si è arrivati all’insorgenza di questo fenomeno? Sicuramente due situazioni che hanno reso possibile ciò sono l’utilizzo smodato e sconsiderato degli antibiotici negli allevamenti animali e l’uso scorretto ed eccessivo di questi medicinali per uso privato anche per curare patologie per cui si mostrano sostanzialmente inutili (come il raffreddore e l’influenza causati da virus e non da batteri).
“Con la tecnologia moderna e la messa a fuoco del problema e delle corrette linee guida di intervento che cerchino di sfruttare la tecnologia per la diagnostica, sarà possibile avere una differenza significativa nell’uso, per ora a volte improprio, degli antibiotici” ha dichiarato O’Neill.
Secondo l’economista per arginare la situazione è necessario sviluppare nuovi farmaci e utilizzarli poi in maniera coerente sia negli umani che negli animali. O’Neill e il suo team di ricerca presenteranno il loro rapporto finale nel 2016, questo tenterà di proporre soluzioni efficaci e a lungo termine per risolvere il problema.
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