Anche il referendum sulla cannabis legale è stato bocciato

La Corte Costituzionale ha ritenuto inammissibile il referendum sulla cannabis legale. Tanta la delusione dei promotori, ma la lotta continua

Dopo quello sull‘eutanasia è arrivato un altro no dalla Corte Costituzionale, che ha appena dichiarato inammissibile il referendum sulla cannabis legale. I firmatari (ben 630mila in poche settimane) chiedevano che venisse depenalizzata e la coltivazione e il possesso di cannabis per uso personale, quindi di modificare in parte l’attuale legge, sia per quanto riguarda la rilevanza penale che le sanzioni amministrative. Ma le speranze sono state infrante questo pomeriggio.

Mentre gli altri quesiti relativi alla giustizia sono stati ammessi dalla Consulta, la proposta del referendum tanto atteso dai cittadini è stata bocciata.

Abbiamo dichiarato inammissibile il referendum sulle sostanze stupefacenti, non sulla cannabis. –  ha spiegato il presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato. – Il quesito è articolato in tre sottoquesiti ed il primo prevede che scompaia, tra le attività penalmente punite, la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, che non includono neppure la cannabis ma includono il papavero, la coca, le cosiddette droghe pesanti. Già questo sarebbe sufficiente a farci violare obblighi internazionali. Se il quesito è diviso in tre sottoquesiti, io non posso toccare questo treno: se il primo vagone deraglia, si porta dietro gli altri due.

Tanta la delusione da parte degli attivisti e delle associazioni che da tempo portano avanti la battaglia per la cannabis legale in Italia.

Quella di oggi prima di tutto è una sconfitta per le istituzioni che non sono più in grado di comprendere una parte importante di questo Paese. – scrivono con l’amaro in bocca i promotori del referendum – Adesso ci prenderemo qualche giorno per capire come rilanciare la battaglia, noi non ci fermeremo!

https://twitter.com/parliamdidroghe/status/1493997512411299842

Sulla bocciatura del referendum è intervenuto anche Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e promotore della campagna Eutanasia Legale, commentando:

“Dopo eutanasia anche Cannabis. Hanno così assestato un ulteriore micidiale colpo alle istituzioni e alla democrazia”.

Ma i promotori del referendum non hanno intenzione di gettare la spugna. La battaglia per la legalizzazione della cannabis proseguirà.

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Fonte: Adnkronos

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