Jack Andraka a soli 15 anni si era già fatto notare ideando un test per la diagnosi precoce di cancro al pancreas che, secondo quanto ottenuto dai suoi esperimenti di laboratorio, ha un tasso di accuratezza vicino al 100%. Un’idea brillante a cui sono state mosse però anche alcune critiche.
Jack Andraka a soli 15 anni si era già fatto notare ideando un test per la diagnosi precoce di cancro al pancreas che, secondo quanto ottenuto dai suoi esperimenti di laboratorio, ha un tasso di accuratezza vicino al 100%. Un’idea brillante a cui sono state mosse però anche alcune critiche.
Questo brillante ragazzo di Crownsville, nel Maryland (Usa), ha ideato uno strumento che potrebbe potenzialmente salvare migliaia di vite. Non si tratta di una cura ma di un dispositivo in grado di rivelare precocemente il cancro al pancreas (uno tra i più pericolosi in quanto spesso viene diagnosticato quando ormai è in fase avanzata).
Scoprire molto presto di essere affetti da questo tumore potrebbe fare davvero la differenza tra la vita e la morte, permettendo ai malati di sottoporsi tempestivamente alle cure necessarie e riuscendo ad avere così probabilità di sopravvivenza più alte.
L’impulso per la sua idea è nato in seguito alla prematura scomparsa di un amico, a causa proprio di un cancro al pancreas scoperto tardivamente. A quel punto il giovane inventore si è reso conto che gran parte del problema sta proprio nella mancanza di metodi di diagnosi precoce e si è messo dunque a lavorare per trovarne uno.
Facendo alcune ricerche, Andraka si è reso conto che i metodi di rilevazione di questo cancro sono ormai vetusti oltre che costosi e non hanno affidabilità certa. Rispetto a questi, il metodo inventato dal ragazzo è risultato 168 volte più veloce, 26mila volte meno costoso ma soprattutto preciso (ma al momento solo nei test di laboratorio) praticamente al 100%!
La prima missione di Andraka è stata quella di isolare una molecola come biomarcatore del cancro del pancreas che si può individuare durante la fase iniziale della malattia. S tratta della mesotelina.
Ha avuto poi l’idea di trovare anticorpi sensibili a questa proteina legandoli con una rete di nanotubi, che potrebbero rilevare alti livelli di mesotelina presente nei campioni di sangue di pazienti con carcinoma pancreatico in stadio iniziale. Li ha inseriti infine in una matrice di carta.
Era una buona teoria e un buon punto di partenza ma Andraka non sarebbe stato in grado di testare la sua idea a casa, aveva bisogno di uno spazio di laboratorio adeguato. Per ottenerlo ha inviato la sua tesi a 200 ricercatori e tra questi il direttore di laboratorio della John Hopkins School of Medicine gli ha dato l’ok per usare i suoi spazi.
Quello che alla fine il giovanissimo Andraka è riuscito ad inventare è un piccolissimo dispositivo, una sonda con astina di livello con carta da filtro che, se usato con uno strumento per misurare la resistenza elettrica, è in grado di rilevare precocemente il cancro. Andraka ritiene inoltre che lo stesso dispositivo potrebbe potenzialmente rilevare qualsiasi malattia cambiando i parametri.
In realtà il tutto si è rivelato essere meno facile di quanto previsto dal ragazzo e, nonostante i premi ricevuti e gli apprezzamenti, diversi scienziati hanno mosso critiche a questo metodo.
Prima di tutto non esistono verifiche e studi concreti su quanto scoperto dal ragazzo ma soprattutto utilizzare la mesotelina come unico marcatore tumorale potrebbe essere fuorviante in quanto capita che il valore di questa proteina sia uguale nei pazienti sani e in quelli malati.
Si tratta comunque di un progetto molto promettente, soprattutto se pensiamo che a idearlo è stato un adolescente. Ma sembra che ci sia ancora molto da fare per realizzare un test di reale utilità.
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Francesca Biagioli